Leggi

Legge da applicare

La riforma tanto attesa è soggetta a verifica sui tempi e modi d’applicazione

di Federico Cella

Quali obiezioni contro la nuova legge sull?obiezione? Dopo anni di lotta dura contro la legge 772, le associazioni che si occupano di obiezione di coscienza attendono con ansia l?applicazione della nuova legge 230. Una legge che hanno contribuito a stilare, a cui sono state date delle connotazioni legate alla difesa nonviolenta, ma una legge che ha anche dovuto subire emendamenti di taglio ?militare? in sede di discussione parlamentare. Per cui il giudizio rimane sospeso in attesa che l?Ufficio per il servizio civile dia i primi risultati. Ma ci sono già alcune perplessità: i ritardi, la poca informazione, i pochi fondi stabiliti… «Le considerazioni sono al momento schizofreniche», scherza Roberto Minervino, presidente della Lega obiettori coscienza (Loc). «La cosa per noi fondamentale, il diritto soggettivo all?obiezione, non è riconosciuto completamente dalla legge; ma anche dal punto di vista pratico, soprattutto per i tempi di attuazione, mi sembra ci siano gravi problemi. Tuttavia, la legge è buona, propone di sperimentare la difesa popolare, lascia allo stato il ruolo di coordinamento senza, nel contempo, privare gli enti di una certa autonomia, punta molto sulla formazione professionale degli obiettori. Per cui noi come associazione, pur mantenendo il nostro ruolo di cani da guardia dei diritti dei ragazzi, siamo intenzionati a rimboccarci le maniche e a collaborare con il dottor Bertolaso perché la legge possa funzionare al suo meglio». Dichiarazioni di intento non certo vuote, che però, come detto, non spazzano via tutte le nubi sull?orizzonte del servizio civile. Continua Minervino: «Continuiamo a constatare l?opposizione fatta dal ministero della Difesa, con convenzioni fatte a casaccio, informative che non girano e poca chiarezza sulla visita di Leva. Il dubbio principale sulla legge è proprio quello legato al passaggio di consegne dal ministero a questo ufficio ?virtuale?: si tratterà di almeno due anni di confusione». Ingerenze continue in materia di obiezione da parte dei militari, dunque, ma anche poca attenzione da parte dell?apparato politico. «I ritardi che sta assommando questa legge dipendono dai nostri parlamentari, che pensano che tutto il discorso del servizio civile si risolverà tramite il passaggio a un esercito di professionisti», spiega Massimo Paolicelli, portavoce nazionale dell?Associazione obiettori nonviolenti (Aon). «Questa idea, di cui peraltro si è solo accennato in Parlamento, porrebbe fine a ogni discorso sulla Leva, per cui i politici sulla legge 230 ci hanno sempre messo poco impegno, sia in termini di tempo sia di fondi. Mentre, in realtà il passaggio a questo tipo di esercito è una questione ancora lontana, soprattutto per una questione di costi. Abbiamo calcolato che le spese per avere un esercito di professionisti dovrebbero aggirarsi attorno ai 100 mila miliardi in dieci anni. Con un doppio salasso per lo stato sociale, sia perché, come sempre accade in Italia, i tagli avverrebbero in ambito di sanità e istruzione, sia perché si verrebbe a privare la società civile del lavoro di 50 mila obiettori all?anno». Preoccupazioni condivise anche dalla Consulta nazionale degli enti per il servizio civile, che vede segnali contrastanti dal fronte istituzionale: «Per la Giornata sull?obiezione di coscienza, il 15 dicembre, abbiamo ottenuto per la prima volta l?adesione del governo», spiega Diego Cipriani, presidente della Consulta. «Tuttavia durante il dibattito sulla fiducia a D?Alema, nessuno ha citato il servizio civile; quando questo era uno dei punti fermi del governo Prodi. Comunque sia, da parte degli enti convenzionati le aspettative per la nuova legge sono buone. E questo soprattutto perché, per la prima volta da 26 anni, non ci troveremo di fronte a un avversario, il ministero della Difesa, ma la nuova amministrazione che ha tutti gli interessi per il buon funzionamento della legge; quindi, anche da parte nostra ci sarà la massima collaborazione, soprattutto per cercare di limitare i danni di questo primoperiodo di disorganizzazione». Nel dubbio, quindi, Massimo Paolicelli lancia un appello a tutti i ragazzi che non abbiano ancora fatto domanda di obiezione di coscienza: «Il tempo è poco, la confusione tanta: a scanso di equivoci fate subito la domanda e il rinvio». L’obiezione in cifre Domande presentate Dal 1973 al 1997: 400 mila Non accolte: meno dell?1% Nel 1973:200 Nell 1996: 48 mila Da studenti universitari: 58% Da Scuole Superiori: 35% Da Scuola dell?Obbligo: 7% Nel 1997: 54.867 Dal Nord Italia: 49% Dal Centro Italia: 33% Dal Sud Italia: 18% Distretti militari con più domande: Bologna: 7.368 Milano: 6.495 Torino: 4.771 Distretti militari con meno domande: Cagliari: 650 Lecce: 702 Caserta: 730 Enti convenzionati: 3.531 Associazioni: 1.270 Comuni: 2.056


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