Politica

Tanti attori diversi, ma con un solo regista

Pubblico e privato, centralizzato e decentrato. La cooperazione di domani continuerà ad avere più voci, ma sotto la guida esclusiva del ministero degli Esteri...

di Emanuela Citterio

È stata la prima a esprimere «soddisfazione» per il varo del disegno di legge delega da parte del Consiglio dei ministri. Patrizia Sentinelli, viceministra agli Affari esteri con delega alla cooperazione internazionale, segue passo passo la rivoluzione che si sta profilando nel mondo della solidarietà internazionale italiana.

Vita: Il testo parla di «unitarietà» della cooperazione italiana. Cosa si intende?
Patrizia Sentinelli: Il punto più delicato dell?attuale cooperazione è proprio la mancanza di unitarietà e la frammentazione degli interventi. La riforma prevede che il ministero degli Esteri assuma la responsabilità dell?indirizzo politico sull?intera materia, rendendola parte integrante, e anche qualificante, della politica estera del nostro Paese. Ma c?è anche una valorizzazione della cooperazione decentrata, che entra a far parte del sistema nazionale di cooperazione di cui è soggetto strategico fin dalla fase di definizione delle politiche di indirizzo. Sono molto soddisfatta perché anche il parere delle Regioni è stato all?unanimità positivo, dopo che abbiamo recepito le proposte di modifica.

Vita: Una delle novità riguarda la partecipazione di soggetti privati, che possono collaborare con l?agenzia e finanziare interventi di cooperazione?
Sentinelli: Il cambiamento in realtà è più a monte, e riguarda forme di concertazione fra soggetti pubblici e privati già nella fase di indirizzo politico. L?agenzia poi dovrà attuare e rendere esecutiva la politica di cooperazione, che vedrà coinvolti sia soggetti pubblici, come le Regioni, che privati. Per quanto riguarda i finanziamenti bisognerà aspettare i decreti legislativi. Il testo per ora parla in generale della possibilità da parte dell?agenzia di attrarre risorse finanziarie private per la realizzazione di interventi di cooperazione.

Vita: Nel comitato direttivo siederanno anche rappresentati delle ong?
Sentinelli: Sarà presieduto da un direttore e composto da membri di provata competenza, fra questi quindi anche esperti del mondo delle ong. Abbiamo previsto la presenza di almeno tre rappresentanti delle autonomie: uno dei punti fondamentali è proprio il riconoscimento del ruolo e della funzione della cooperazione decentrata quale strumento di partecipazione attiva delle comunità locali.

Vita: In Parlamento giacciono altre sette proposte di riforma della legge sulla cooperazione. Ci sarà un?integrazione con il testo appena varato?
Sentinelli: Il passaggio al Parlamento serve proprio per arrivare a un testo arricchito dalla discussione di aula e da iniziative e orientamenti già espressi.

Vita: Dopo il governo avrà 24 mesi di tempo per fare i decreti attuativi. Il percorso quindi è ancora lungo?
Sentinelli: Credo ci vorrà molto meno, forse un anno.

Vita: La riforma regola anche i rapporti fra i ministeri degli Esteri e dell?Economia in materia di cooperazione? Sentinelli: Il ministero degli Affari esteri dà gli indirizzi politici. Al ministero dell?Economia rimangono invece le competenze su banche e fondi multilaterali, che dovranno però essere gestiti di concerto con il ministero degli Esteri.

Vita: Il testo precisa anche che i fondi per la cooperazione non possono essere utilizzati, neppure indirettamente, per scopi militari. In riferimento al caso dell?Afghanistan e alle polemiche sulla mediazione di Emergency nel rapimento Mastrogiacomo, la cooperazione non rischia di perdere di neutralità in certe circostanze?
Sentinelli: Le organizzazioni umanitarie fanno cose egregie e importantissime in situazioni di conflitto. In Afghanistan Emergency ha dato il meglio di sé. Certo è necessario tutelare l?espressione dell?umanitario e del volontariato in tutti i contesti. Non mi associo però alle critiche a Gino Strada, al di là di incomprensioni piuttosto notevoli e di una situazione oggettivamente troppo complessa.


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