Famiglia

Auser: bonus da 150 euro per anziani volontari

L'organizzazione propone forme di incentivazione come il credito sociale

di Gabriella Meroni

C’e’ bisogno di scelte politiche ”esplicite, con interventi di incentivazione, promozione e sostegno dell’invecchiamento attivo come esperienza di volontariato ricompreso nella legge 266/91”. Un invecchiamento attivo ”come impegno non fortuito, ma socialmente riconosciuto”. Maria Guidotti, presidente nazionale dell’Auser, ha lanciato questa mattina a Roma, alla presenza, tra gli altri, del ministro per la Solidariera’ sociale Paolo Ferrero e della segretaria generale dello SPI Cgil Betty Leone, le proposte della sua associazione per l’invecchiamento attivo come opportunita’ per la coesione sociale. Un progetto che, secondo Guidotti ”non puo’ intendersi come risultato automatico o spontaneo”, ma puo’, al contrario, anzi debba ”prevedere forme di incentivazione come un credito sociale, fiscale, simbolico, da 100-150 euro, come riconoscimento per le persone anziane che prestino impegno volontario”. Un’attivita’, che ha precisato Guidotti ”non deve in alcun modo essere concepita , ma anche solo prestare il fianco ad interpretazioni che possano passare come ruolo di supporto alle disfunzioni del welfare, delle istituzioni, della politica, come riserva di lavoro gratuito o mal pagato”. Alla politica l’Auser presenta quattro proposte. Innanzitutto la necessita’ di azioni, strumenti e risorse per per la promozione dell”’educazione alla vecchiaia e della memoria” per rinsaldare il patto tra le generazione. Si puo’ parlare di permanenza al lavoro, secondo l’Auser, ma sulla base di opzioni non rigide e indiscriminate come l’innanzamento dell’eta’ pensionabile”. In terzo luogo bisogna lavorare sull’orientamento all’invecchiamento attivo, come prospettiva desiderabile e legata ad un nuovo ruolo sociale dell’anziano. Infine bisogna lavorare a vere e proprie azioni di invecchiamento attivo, rafforzando il volontariato e l’associazionismo degli anziani. Una cosa, pero’, per l’Auser deve essere chiara: e’ sbagliato organizzare queste esperienze stabilendo rapporti individuali tra anziani e istituzioni pubbliche. Una scelta, ha ammonito la presidente Guidotti ”che le esporrebbe a rischi di riduzione a mere attivita’ esecutive, senza quella qualita’ e forza progettuale e creativa propria delle esperienze di autorganizzazione”.


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