Welfare

Convegno assistenti sociali giustizia, le conclusioni

Il 7mo convegno nazionale si è svolto a Pescara il 30 e 31 marzo. Molti i punti emersi e le questioni aperte.

di Redazione

“Dal penale al sociale: quale giustizia, quale pena e quali servizi?”. Questo il
titolo del settimo Casg, Convegno nazionale assistenti sociali della giustizia, tenutosi a Pescara gli ultimi due giorni di marzo. All’iniziativa hanno partecipato assistenti sociali provenienti da varie parti d?Italia, dirigenti dell?Amministrazione penitenziaria, amministratori locali, magistrati ed esperti in materia di giustizia, di politiche penali e sociali.

“Dalle due giornate di studio e di confronto”, dice Anna Muschitiello, segretaria nazionale Casg, “sono emersi molti punti: il sistema giustizia e in particolare il sistema dell?esecuzione delle pene sta vivendo un momento di profonda trasformazione dopo anni di immobilismo; le politiche penali non possono essere disgiunte dalle politiche sociali; un rafforzamento delle politiche sociali è necessario per evitare un?involuzione della società moderna, in particolare quella italiana, verso modelli sicuritari e autoritari; le politiche penali e sociali non debbono rincorrere le paure sociali, ma debbono creare e potenziare i servizi necessari per affrontare e governare i fenomeni sociali più problematici; il controllo di polizia non può essere ritenuto né l’unico né il predominante strumento per garantire la sicurezza delle città; un potenziamento del sistema delle misure alternative è indispensabile per evitare che il sistema carcerario raggiunga in breve la situazione di inciviltà e illegalità precedente al provvedimento d?indulto; il sistema dell?esecuzione penale esterna, ormai collaudato da oltre 30 anni di esperienza, ha dimostrato di essere più efficace della semplice detenzione e anche più economico; le misure alternative alla detenzione hanno rappresentato una modalità diversa di scontare la pena e non una non pena; gli assistenti sociali, anche se con poche risorse umane e materiali, hanno gestito questo sistema per oltre 30 anni in stretta collaborazione con i servizi territoriali sia dell?ambito sociale (servizi sociali pubblici, privati e volontari) sia dell?ambito del controllo (Forze dell?ordine); gli Uffici per l?esecuzione penale esterna debbono essere servizi moderni aperti e proiettati negli scenari futuri della possibile riforma del sistema sanzionatorio”.

“Inoltre”, prosegue Muschiatello, “gli assistenti sociali presenti al convegno hanno deciso di dire No ad alcune questioni: riforme, ancora una volta, parziali, frammentarie e prive di un disegno organico e con obiettivi del tutto sconosciuti sia nelle forme giuridiche che negli obiettivi politici; modifiche organizzative non discusse e non condivise con coloro che sono impegnati in prima persona nelle attività che si vuole riformare; scelte organizzative dalle quali diventerà oggettivamente impossibile tornare indietro, qualora non si rivelassero coerenti con le riforme in discussione sulla revisione del sistema sanzionatorio; servizi autocentrati dove l’unica cosa che conta è dimostrare la propria autosufficienza attraverso l?inserimento di una quantità e pluralità di professioni racchiuse al proprio interno, mentre è soprattutto nel territorio che vanno cercate le integrazioni utili;

“Gli assistenti sociali”, conclude la segretaria Casg, “hanno espresso tutta la loro delusione nel constatare che il verificarsi di una radicale alternativa di Governo del Paese non ha prodotto nell?Amministrazione Penitenziaria alcuna innovazione nelle modalità attraverso le quali, si determinano posizioni e si assumono scelte. Gli stessi ritengono che non giovi ad alcuno aumentare la conflittualità presente nei servizi e le contrapposizioni tra le professionalità, nonché il senso di frustrazione e di impotenza di coloro che debbono operare in un contesto così delicato e difficile”.

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