Famiglia

Riforma cittadinanza: concluso l’esame in Commissione

A maggio il testo in Aula.

di Chiara Sirna

Con una serrata discussione e numerose votazioni di emendamenti svoltesi nelle sedute di martedi’ e mercoledi’ la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato la nuova stesura del progetto normativo 24 e del connesso ddl 1607 del Governo, che rivede la legge del 1992 sulla cittadinanza.
ll testo, che sara’ ora sottoposto al vaglio di altre Commissioni per il parere, prevede all’articolo 1 messo a punto dal relatore Gianclaudio Bressa (Ulivo) che la cittadinanza venga concessa anche a chi e’ nato in Italia da genitori stranieri, di cui uno sia residente legalmente nel territorio nazionale senza interruzioni da almeno cinque anni o sia nato a sua volta in Italia e vi risieda legalmente senza interruzioni da almeno un anno. La cittadinanza si acquista a seguito di volonta’ in questo senso di un genitore risultante dall’atto di nascita.
Entro un anno dal raggiungimento della maggiore eta’ l’interessato puo’ rinunciare a quella italiana se e’ in possesso di altra cittadinanza.
Con ulteriore emendamento all’articolo 10 e’ stato chiarito che il decreto di attribuzione o concessione della cittadinanza acquista efficacia con il giuramento di fedelta’ alla Costituzione italiana e di rispetto dei principi fondametnali anche sulla pari dignita’ di diritti di tutte le persone. Il giuramento dovra’ essere prestato entro un anno dalla data in cui il decreto e’ comunicato all’interessato.
L’acquisizione della cittadinanza e’ sottoposta – precisa la nuova stesura dell’articolo 5 – alla verifica della integrazione linguistica e sociale dello straniero riscontrata dalla conoscenza della lingua italiana parlata equivalente al livello previsto per la scuola elementare e dalla conoscenza sia dei principi fondamentali di storia, educazione civica e della Costituzione, sia della cita civile italiana.
E’ stata esclusa dalle condizioni la regolarita’ dei versamenti contributivi in quanto questa disposizione sarebbe equivalsa ad una discriminante visto che il mancato versamento non fa venire meno i diritti di cittadinanza di un italiano.
In ogni caso, conclusi i lavori della Commissione, la strada non è in discesa. L’opposizione ha votato contro quasi tutti gli emendamenti (ma l’Udc si è astenuta sugli articoli che parlano di jus soli). E tensioni si sono aprete anche all’interno alla maggioranza: l’Italia dei Valori si è astenuta ad esempio sull’articolo 5, che subordina l’acquisizione della cittadinanza alla verifica della “reale integrazione linguistica e sociale”.
Il testo presentato da Bressa prevede la verifica della “conoscenza della lingua italiana parlata equivalente al livello A2” (che corrisponde a un diploma di scuola elementare), della “conoscenza sufficiente della vita civile dell’Italia”, e della conoscenza dei “principi fondamentali” della storia, della cultura italiana, dell’ educazione civica e della Costituzione. Ma per il partito di Di Pietro questo non è sufficiente.


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