Welfare

I malati di Alzheimer: sono sempre di più, e i costi raddoppiano

Il primo invito a fare dell’Alzheimer una priorità nazionale la ministra Livia Turco lo ha lanciato lo scorso settembre, in occasione della giornata mondiale sulla malattia...

di Chiara Sirna

Il primo invito a fare dell?Alzheimer una priorità nazionale la ministra Livia Turco lo ha lanciato lo scorso settembre, in occasione della giornata mondiale sulla malattia. «Ma non è seguito un granché», racconta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia. «Si tornasse in quella direzione, saremmo i primi a metterci al tavolo».

Non è detta l?ultima parola. La titolare della Salute è tornata a ribadire il concetto qualche giorno fa, con la pubblicazione dei dati dell?indagine svolta dal Censis con l?Aima – Associazione italiana malati di Alzheimer. «Ci sono inadeguatezze che pesano», ha ammesso la Turco, «non essere riusciti ancora a convocare un tavolo sulla demenza è una di queste». A quanto pare, le lungaggini sono di natura organizzativa. «Non è per trascuratezza», ha assicurato la Turco, «si è scelto di costruirlo nell?ambito della commissione per le cure primarie, in modo che la presa in carico dei malati si basasse su una rete integrata di servizi». Bene, la Federazione Alzheimer Italia lo chiede da tempo. Lo ha ribadito anche l?anno scorso con la rete europea Alzheimer Europe nella Dichiarazione di Parigi.

Gli ultimi dati Censis sono allarmanti. Si parla di 520mila malati in Italia, 80mila nuovi l?anno. Un ritmo di crescita esponenziale che lieviterà a 113mila l?anno nel 2020. La tendenza al raddoppio è stata denunciata a fine 2005 da una ricerca della rivista Lancet.

L?Alzheimer desease international parlò allora di 24,3 milioni di persone con demenza al mondo, 4,6 milioni di nuovi malati l?anno: un caso ogni sette secondi. E le stime per il 2020 parlano di 42,3 milioni di malati, 81,1 milioni invece nel 2040. A preoccupare sono anche i costi sociali ed economici. Elevatissimi i primi, raddoppiati i secondi.

Lo conferma il Censis: in 7 anni, dal 99 al 2006, la spesa a carico delle famiglie è passata da 6.300 a 10.600 euro. Di questi solo 4.259 euro gravano sul Ssn. Contando i costi indiretti per assistenza, farmaci e quant?altro, la spesa lievita a 60mila euro l?anno. In compenso il 76,8% dei pazienti è seguito dalle unità di valutazione Alzheimer (Uva). «Urge creare una rete assistenziale attorno al malato e alla sua famiglia», conclude Salvini Porro. «Una rete che comprenda medico di famiglia, specialisti, assistenza domiciliare, centri diurni, ricoveri di sollievo e definitivi».

E così la Federazione vede l?appello del presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Ignazio Marino, ad allargare il testamento biologico ai malati di Alzheimer: «I problemi etici sono molti», spiega Salvini Porro, «chi assiste non può sapere se il malato è ancora d?accordo sulle volontà dichiarate quando ancora era lucido. Si trova a decidere al posto suo».

Info: www.alzheimer.it

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