Cultura

Sorpresa: lo zingaro non è un nomade

Nella maggioranza dei casi i rom di Milano sono stanziali. Vogliono una casa, un quartiere, dei vicini. Un sogno che diventa realtà a San Dionigi...

di Daniela Verlicchi

Rom, zingari o nomadi. Di solito usiamo questi termini come sinonimi e spesso non ci interessa nemmeno troppo fare distinzioni. E invece basta leggere l?ultima indagine Ismu sui rom e i sinti in Lombardia per accorgersi che questa classificazione ormai è poco più di uno stereotipo.

L?hanno chiarito i curatori della ricerca, Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi, al convegno Ismu del 22 marzo: «Nella maggioranza dei casi i rom di Milano non sono nomadi». Hanno bisogno di una casa e di stabilità abitativa, come chiunque altro. E la ricercano con modalità del tutto nuove. Il campo nomadi tradizionale ha fallito, spiegano gli esperti dell?Ismu. E così i 4mila rom milanesi sono alla ricerca di una difficile mediazione tra le loro modalità abitative tradizionali e le regole imposte dall?amministrazione. E questo produce soluzioni urbanistiche innovative e rigorosamente autoprodotte. I problemi certo non mancano, ma si tratta pur sempre di tentativi, di laboratori per andare oltre la logica dei ghetti.

Il villaggio dei bancali
San Dionigi (zona Sud di Milano), ad esempio. L?insediamento, prevalentemente abitato da gruppi rumeni, è nato nel 2001 dopo lo sgombero della baraccopoli dai terreni limitrofi al depuratore. Qui, nel fazzoletto di campagna a ridosso del raccordo autostradale, c?erano solo bancali, il residuo dell?attività di alcuni magazzini della zona. Dopo aver ottenuto in subaffitto un terreno da un artigiano italiano, i rom iniziano a costruire con materiale di recupero. Tutto gira attorno ai bancali. Vengono utilizzati per costruire le baracche, riciclati e poi scambiati in una particolare forma di economia di sussistenza (bancali in cambio di materiale edile). Rapidamente l?insediamento si popola fino ad ospitare 150 persone. Nel campo spuntano due bar, ed un forno. L?insediamento assomiglia sempre più ad un villaggio. Nonostante la precarietà, le case sono arredate con cura, con gli onnipresenti bancali usati per separare gli spazi e ammobiliare.

Stile disneyano
Una casa vera e propria, invece, i rom di via Monte Bisbino, zona Nord-Est di Milano, ce l?hanno. L?insediamento nasce all?inizio degli anni 90 su un terreno agricolo, regolarmente acquistato dai rom. L?architettura è caratteristica: villette in stile ?country-disneyano? con tanto di giardinetti o cortili dove si parcheggiano auto o roulotte. Un vero e proprio quartiere, senza numeri civici né illuminazione. Le case e i terreni cambiano spesso proprietario. Il quartiere è sempre in evoluzione: in San Bisbino ci sono 30-35 unità abitative ma questa stima si modifica continuamente. Fa parte dello stile dell?abitare rom: stanzialità non vuol dire immobilismo.

Muri su muri
Un principio che vale anche per il campo di via Novara. Nato come insediamento regolare dallo sgombero di via Barzaghi, il campo si è via via popolato e adattato alle esigenze dei suoi occupanti. I container si sono rivelati inadatti. Da subito è ricominciata la costruzione di baracche abusive.

Col tempo i campi sono diventati due: da una parte i macedoni e dall?altra i kosovari. Una divisione netta, sancita dalla costruzione di una recinzione, di due ingressi differenziati e la richiesta al Comune di una fermata d?autobus supplementare nei pressi della seconda entrata. Ciò non impedisce che ragazzi kosovari e macedoni del campo militino insieme in un?unica squadra di calcio, la Magic Baska. Che cerca un allenatore. Capace di saltare i muri…


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