Cultura

Corno d’Africa: Acnur denuncia nuova tragedia nel Golfo d’Aden

29 le vittime e altri 71 dispersi africani

di Redazione

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha affermato oggi che sono almeno 29 le vittime accertate e altri 71 i dispersi tra le 450 persone di nazionalità somala ed etiopica costrette da trafficanti armati a gettarsi nelle acque burrascose al largo delle coste yemenite.

L’episodio, l’ultimo di una serie di tragedie che coinvolgono imbarcazioni di trafficanti che dalla Somalia trasportano persone attraverso il Golfo di Aden, è avvenuto giovedì scorso lungo un remoto tratto di costa dello Yemen, in località Ras-Alkab. Il totale di vittime e dispersi di quest’anno al largo dello Yemen sale così a 262.

“Siamo atterriti da questa ennesima tragedia” ha dichiarato l’Assistente Alto Commissario per la protezione, la signora Erika Feller, da poco rientrata da una missione di cinque giorni nello Yemen. “Questi trafficanti non hanno alcun rispetto per la vita delle persone disperate che sfruttano, rifugiati e di migranti irregolari in fuga da persecuzione, violenza e povertà nel Corno d’Africa”.

Alcuni dei 293 sopravvissuti e altri testimoni riferiscono che giovedì mattina quattro imbarcazioni di trafficanti con a bordo 450 passeggeri si sono avvicinate alla costa, in un mare agitato e con forti correnti. I trafficanti hanno costretto i passeggeri a gettarsi in acqua, quando erano ancora lontani dalla costa. Secondo alcuni sopravvissuti, coloro che hanno opposto resistenza sono stati accoltellati, picchiati con bastoni di legno o di ferro e infine gettati in acqua, dove alcuni sono anche stati attaccati dagli squali. Diversi corpi recuperati mostravano segni di gravi mutilazioni.

I sopravvissuti hanno aggiunto che diverse donne etiopiche e almeno una somala sono state stuprate e abusate dai trafficanti durante la traversata, partita dal porto di Bosaso nella regione somala del Puntland. Secondo i sopravvissuti, alcuni agenti delle forze di sicurezza yemenite avrebbero confiscato il loro denaro una volta giunti sulla costa.

In base alle stime delle autorità, in questa sciagura 74 etiopi e 26 somali hanno perso la vita o sono ancora dispersi. Altri 57 etiopi avrebbero raggiunto le coste e si sarebbero poi rapidamente dileguati, nel timore di essere arrestati.

Gli altri 293 sopravvissuti sono stati condotti nel centro d’accoglienza dell’Unhcr a Mayfa’a, dove hanno ricevuto cure mediche e altra assistenza.

In base alle cifre dell’Unhcr, nel 2006 ben 26mila persone hanno compiuto la pericolosa traversata del Golfo di Aden, durante la quale almeno 330 sono morte e altre 300 risultano disperse e sono ritenute morte. Dall’inizio di quest’anno, inoltre, 4.400 persone sono sbarcate sulle coste yemenite, almeno 166 persone hanno perso la vita e molte altre sono disperse. Altre due imbarcazioni con a bordo 330 persone di nazionalità somala ed etiopica sono arrivate sulle coste del paese sabato scorso, ma non si sono registrati incidenti.

Quest’ultima tragedia si è verificata appena dopo la conclusione della missione nello Yemen dell’Assistente Alto Commissario per la protezione Erika Feller e del Direttore dell’ufficio dell’Unhcr per il Medio Oriente e l’Africa settentrionale Radhouane Nouicer. Nel corso della visita, i funzionari dell’Unhcr e le autorità yemenite hanno convenuto di rafforzare la loro cooperazione per far fronte al dramma dei flussi misti di rifugiati e migranti irregolari che arrivano nel paese. L’UNHCR, che nello Yemen gestisce un centro d’accoglienza e un campo di rifugiati, lancerà un appello per ulteriori finanziamenti e per un’azione internazionale mirata ad assistere il paese nella gestione di questa emergenza. Ciò consentirebbe all’Agenzia di realizzare più progetti mirati a migliorare le condizioni di vita e a promuovere l’autosufficienza dei rifugiati nel paese. L’Unhcr ha inoltre offerto sostegno alle autorità dello Yemen al fine di collaborare nella gestione dei flussi misti di popolazione, in modo da assicurare protezione e perseguire soluzioni durevoli per coloro che ne hanno bisogno e garantire un rimpatrio sicuro agli altri.

L’Unhcr e altre agenzie sono anche impegnate nella regione del Corno d’Africa in attività mirate ad incoraggiare le autorità a reprimere il traffico di esseri umani e ad informare e sensibilizzare le persone sui pericoli che rischiano rivolgendosi a trafficanti per attraversare il Golfo di Aden. Tuttavia, secondo la signora Feller per migliorare le condizioni nei paesi d’origine sarà necessario un impegno internazionale molto maggiore dell’attuale.

“Noi faremo tutto il possibile per far fronte alle necessità umanitarie e di protezione, ma temiamo che finché non saranno affrontate le cause che stanno alla base di povertà, persecuzione e conflitti, persone disperate che non hanno nulla da perdere continueranno a rischiare la vita” ha concluso la signora Feller.

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