Mondo

Iraq: la Turchia tira le orecchie a Bush

Il messaggio? Decidano in fretta se intervengono e la smettano d'appoggiare uno stato curdo in Iraq. Che a parole smentiscono, ma nei fatti appoggiano

di Paolo Manzo

Il Premier turco, Bulent Ecevit, sottolinea che la politica irachena degli Stati Uniti non e’ chiara e, in questo modo, danneggia la Turchia. L’amministrazione Bush, ha affermato Ecevit poche ore dopo i colloqui ad Ankara del generale americano Tommy Franks, il capo del Comando centrale da cui dipenderebbe l’attacco contro l’Iraq, deve decidere immediatamente se lanciare un’azione militare o no contro Baghdad. ”Da una parte gli Stati Uniti continuano a dare l’idea di essere pronti all’intervento -ha dichiarato il Premier in una intervista al quotidiano Milliyet, concessa nel pieno della campagna elettorale per le elezioni legislative del prossimo tre novembre- dall’altra dicono, ‘potremmo anche non intervenire, non abbiamo ancora preso una decisione”’. ”Il Presidente Bush e l’amministrazione americana -ha aggiunto- devono prendere immediatamente una decisione, per eliminare questo stato di incertezza”. ”La Turchia e’ danneggiata da questa contraddizione. Noi siamo in mezzo, soggetti a una forte pressione”.La Turchia, che fa parte della Nato, e’ uno degli alleati piu’ fedeli agli Stati Uniti che sarebbero pronti a chiedere ad Ankara la concessione dell’uso delle basi aerea del sudest del Paese. Il governo di Ecevit tuttavia non sostiene una azione militare americana contro l’Iraq, temendo un aggravarsi della crisi economica che il paese sta gia’ affrontando e l’acuirsi delle spinte indipendentiste curde. ”I militari e i civili americani ci assicurano nei nostri incontri che sono contrari alla creazione di uno stato curdo nel nord dell’Iraq. Ma poi quando osserviamo gli sviluppi, vediamo che il nord dell’Iraq si muove verso la creazione di uno stato, con il sostegno degli Stati Uniti” – ha quindi concluso Ecevit.


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