Welfare

Una famiglia con l’anziano nel marsupio

All’estero non è una novità, in Italia invece la prima a far partire la sperimentazione sarà la cooperativa sociale il Melo di Gallarate, in provincia di Varese...

di Chiara Sirna

In Belgio le chiamano case-canguro, in Inghilterra Abbeyfield, in Italia si chiameranno invece Synergy. Cambia il nome, ma non la sostanza. Si tratta in ogni caso di alternative alle case di riposo. Con un particolare non da poco: gli anziani continuano a vivere normalmente in casa propria perché a prendersi cura di loro ci saranno delle famiglie affidatarie. Quelle della porta accanto.

All?estero non è una novità, in Italia invece la prima a far partire la sperimentazione sarà la cooperativa sociale il Melo di Gallarate, in provincia di Varese. Il progetto ha appena avuto il via libera da parte di due Comuni, Cardano al Campo e Venegono Superiore, sempre nel varesotto, che hanno già acquistato i terreni per avviare i lavori, ma presto potrebbe estendersi ad altre zone. Intanto una cosa è certa: tra un anno e mezzo i primi alloggi Synergy saranno abitati da 12 famiglie e 26 anziani potranno essere assistiti, 24 ore su 24, tra le mura domestiche invece che in ospizio.

«Abbiamo avviato una ricerca internazionale», spiega la presidente della coop Il Melo, Rita Nichele, «e prendendo spunto da altre realtà siamo riusciti a trovare un progetto che potesse rispondere alle esigenze del nostro territorio». In assoluta sinergia. Il nome scelto per battezzare le residenze infatti non è casuale. La cooperativa ha steso il progetto e realizzato gli studi fattibilità grazie a fondi donati dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto (in totale 42mila euro), la Regione Lombardia coprirà il 23% delle spese di realizzazione delle residenze (400mila euro, su un costo complessivo, per i due Comuni, stimato intorno a un milione e 600mila euro), il resto graverà sull?Aler provinciale e gli enti locali interessati.

«Le famiglie saranno supervisionate dai nostri operatori», continua Rita Nichele. Il costo per gli anziani varierà da un minimo di 500 euro, per un?assistenza base, comprensiva di disponibilità 24 ore su 24, un?ora di lavori domestici e la copertura in caso di emergenza, fino a 750 euro per gli anziani semi- autosufficienti e mille euro per i non autosufficienti. «In questi casi si garantiscono la spesa, la preparazione dei pasti due volte al giorno, e il trasporto», aggiunge la Nichele.

A queste cifre poi si aggiungono 250 euro di canone di affitto per un appartamento standard di 50 metri quadrati, per una spesa complessiva, a carico degli anziani, da un minimo di 750 a un massimo di 1.250 euro mensili. «Stiamo lavorando con la Regione e i Comuni per ottenere dei contributi e alleviare il peso finanziario», spiega la Nichele.

Alle famiglie affidatarie invece verrà dato l?alloggio gratuitamente e uno ?stipendio? variabile da 500 a mille euro, a seconda dell?assistenza garantita. «Diventeranno a tutti gli effetti nostri dipendenti», conclude la Nichele. Trattandosi di residenze a canone agevolato, potrà entrare solo chi risiede o lavora in Lombardia da cinque anni, come previsto dalla legge regionale sull?edilizia residenziale pubblica, e dispone di un reddito Isee compreso tra i 14mila e i 17mila euro.


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