Volontariato

Lazio, nasce centro per le vittime di mutilazioni genitali

Prima componente di una rete di Servizi Ospedalieri regionali per il monitoraggio e l'assistenza alle donne sottoposte a Mgf

di Redazione

Il Lazio interviene a favore delle donne hanno subito mutilazioni genitali; la Giunta Regionale, presieduta da Piero Marrazzo, ha infatti deciso ieri di istituire il Centro Regionale per l’assistenza e il trattamento chirurgico delle complicanze sanitarie correlate alle mutilazioni genitali femminili (Mgf). La nuova struttura sara’ situata presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, dove dal 1994 opera un Day Hospital ginecologico che cura donne che hanno subito questo tipo di mutilazioni per ogni complicanza legata alla gravidanza. Il Centro regionale, che operera’ in stretta collaborazione con il centro di riferimento regionale per la tutela delle popolazioni migranti gia’ attivo presso l’istituto San Gallicano, nasce come prima componente di una rete di Servizi Ospedalieri regionali per il monitoraggio e l’assistenza alle donne sottoposte a Mgf.

La collaborazione con una struttura specializzata nell’assistenza a pazienti provenienti dal mondo dell’immigrazione si spiega con il fatto che le donne che possono aver subito mutilazioni genitali sono essenzialmente straniere; a oggi si stima che nel territorio della Regione siano 17.000 quelle che provengono da Paesi nei quali e’ diffusa la pratica delle Mgf, anche se non e’ ancora possibile quantificare esattamente il numero delle immigrate effettivamente sottoposte a tali abusi. Il nuovo centro avra’ tra i suoi obbiettivi quello di portare assistenza sanitaria e fornire trattamento chirurgico per le patologie legate alle Mgf; inoltre si occupera’ di fare informazione sull’argomento, sviluppare protocolli operativi e procedure specifiche per le problematiche legate alle Mgf e per la deinfibulazione. Si occupera’ anche di promuovere corsi di sensibilizzazione e formazione del personale delle Asl e sviluppera’ il dialogo interculturale. Nel centro verra’ assicurata la presenza di due ginecologi, un ecografista, due ostetriche e due mediatrici culturali.


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