Cultura

Vicini di guerra: un ricordo della guerra di Bosnia

Visioni e racconti delle Guerre Jugoslave a quindici anni dall’inizio dell’assedio di Sarajevo

di Gabriella Meroni

Il 6 aprile del 1992 le truppe serbo bosniache lanciarono il primo massiccio bombardamento su Sarajevo, decretando l?inizio dell?assedio più lungo del Novecento. Per questa ricorrenza l?Associazione culturale Franti Nisi Masa Italia e il Gruppo studentesco ?Progetto Balcani? hanno voluto riproporre le tappe principali che hanno segnato quel periodo storico non tanto per commemorare quanto per stimolare l?attenzione, la comprensione e la discussione fra chi ha vissuto quegli anni e chi appartiene a una generazione più giovane, nel tentativo di scoprire che cosa hanno rappresentato le guerre bosniache nel nostro Paese e cosa rimane di un conflitto che si è svolto a pochi passi da noi. Dal 6 al 18 aprile quindi in vari luoghi di Torino si svolgerà la manifestazione Vicini di guerra. Filo conduttore del progetto la narrazione presente in più forme in tutte le iniziative: dal racconto per immagini, attraverso una rassegna di film e documentari e una mostra fotografica, al racconto su carta, attraverso un incontro sul reportage di guerra, alla narrazione per voce e musica. 6 quindi i percorsi tematici: il cinema, la fotografia, il giornalismo di guerra, gli aiuti umanitari, la ricostruzione, la testimonianza attraverso musica, reading e performance teatrali. Il programma completo Ad aprire la manifestazione venerdì 6 aprile al Cinema Massimo la proiezione di due film: Il cerchio perfetto di Ademir Kenovic (Bosnia 1996) e di Do you remember Sarajevo? di Nedim Alikadi, Sead e Nihad Kresevjakovic (Bosnia, 2002). Il primo, presentato a Cannes nel 1997 e proiettato per la prima volta in Italia, racconta la storia di un vecchio poeta, abbandonato da moglie e figlia nel pieno dell?assedio di Sarajevo che si ritrova in casa due bambini scampati a un massacro nelle campagne vicine. Giorno dopo giorno il poeta e i ragazzi imparano a vivere insieme, a scoprirsi e ad amarsi e insieme saranno costretti a incontrare altre sofferenze e altri orrori. È il primo film realizzato in Bosnia dopo la pace scritto da Ademir Kenovic insieme a Abdulah Sidran, poeta, prosatore, drammaturgo e sceneggiatore cinematografico anche di alcuni film di Emir Kusturica. Do you remember Sarajevo? racconta l?assedio della capitale bosniaca dall?interno, attraverso gli occhi dei suoi abitanti che ancora increduli per quanto sta accadendo, su invito del sindaco, decidono di usare ogni mezzo per documentare la vita di chi da una giorno all?altro è stato trasformato in un bersaglio. Ha inizio così una sorta di ?resistenza audiovisiva? della città, qualche centinaio di piccole videocamere contro i cannoni e la propaganda di Slobodan Milosevic. Alla serata sono stati invitati i registi Ademir Kenovic, Nedim Alikadi e Sead Kresevjacovic che saranno introdotti da Stefano Della Casa, presidente della Film Commission Piemonte, e da Una Gunjac e Sebastiano Pucciarelli di Franti Nisi Masa Italia. La sezione Schermi di guerra proseguirà poi con proiezioni di film e documentari a tema su Vukovar, il 10 aprile al Cafè Liber con la proiezione di Vukovar Sedna Prica (una storia d?amore nel pieno del dramma balcanico), su Srebrenica sempre al Cafè Liber l?11 aprile con la proiezione di Souvenir Srebrenica di Luca Rosini (film documentario tratto da Voci dall?oblio che nel dicembre 2005 ha vinto il Premio per il giornalismo Claudio Accardi) e sul Kossovo al Cineteatro Baretti nei giorni successivi. Il 13 aprile invece si inaugurerà alla presenza dell?autore, presso l?Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, la mostra fotografica Bosnians di Paul Lowe. La mostra, che approda per la prima volta in Italia, è stata ospitata in molte delle città teatro degli scontri, da Mostar a Belgrado, da Tuzla a Srebrenica, offrendo una preziosa occasione di riflessione e di memoria civile. È stata inoltre presentata in tutto il mondo, dal Regno Unito al Pakistan, dai Paesi Scandinavi al Sud Africa. La mostra rimarrà aperta poi fino al 27 aprile. Paul Lowe è un fotografo freelance pluripremiato e insegnante, vive e lavora tra Sarajevo e Londra. Le sue foto sono apparse su pubblicazioni internazionali quali Time, Newsweek, Life, Der Spiegel, The Sunday Times Magazine, The Observer e The Independent. Ha coperto eventi internazionali tra cui la caduta del Muro di Berlino, la liberazione di Nelson Mandela, la guerra in ex-Jugoslavia e la distruzione di Grozny. L?immagine fotografica, più ancora del video, è stata il principale strumento per comunicare le devastazioni e gli orrori delle Guerre Jugoslave. In Bosnia, come in molti conflitti recenti, le fotografie hanno dovuto raccontare al mondo storie sconosciute o dimenticate, storie a volte inimmaginabili. Storie che spesso le parole non riuscivano a dire. In questo il lavoro di Paul Lowe è esemplare, i suoi scatti in bianco e nero sulla vita durante e dopo il conflitto in Bosnia compiono una rara opera di testimonianza e di ricostruzione: un uomo in piedi sulla soglia di un ?corridoio di cecchini?, colpito da un fascio di luce, valuta se rischiare di attraversare o no; una coppia si abbraccia teneramente su una terrazza affacciata su Sarajevo; un cranio umano viene comparato con una foto del volto che gli apparteneva; in una taverna un uomo inebriato dal vino canta a squarciagola mentre un altro lo osserva beffardo. Paul Lowe sarà presente anche alla tavola rotonda sul rapporto tra giornalismo e guerra nei Paesi della ex Jugoslavia prima durante e dopo i conflitti degli anni novanta. Reportage di guerra, si svolgerà al Circolo dei Lettori sabato 14 aprile e vedrà l?intervento di Giancarlo Bocchi (regista di Nemaproblema film sul giornalismo di guerra); Mimmo Candito (giornalista e corrispondente di guerra, ha vinto numerosi premi tra cui il Luigi Barbini al miglior inviato italiano); Zlatko Dizdarević (scrittore e giornalista, direttore del quotidiano Oslobodjenje durante l?assedio di Sarajevo e caporedattore responsabile del settimanale Svijet; ex ambasciatore della Bosnia ed Erzegovina in Croazia) Senka Kurtovic (direttrice del quotidiano bosniaco Oslobodjenje, giornale simbolo di Sarajevo che ha continuato a uscire durante tutto il periodo dell?assedio) e Gigi Riva (giornalista, ha collaborato con numerose testate e programmi televisivi. Ha seguito le guerre dei Balcani come inviato speciale sino al 1996. Sul conflitto ha scritto due libri: Jugoslavia il nuovo Medioevo, con Marco Ventura, e L?Onu è morta a Sarajevo, con Zlatko Dizdarevic e due film: Il Carniere, con Marco Bechis, e Nema Problema, con Arturo Curà. Attualmente è inviato speciale del settimanale L’ Espresso). La coordinatrice sarà Azra Nuhefendic (giornalista, ha collaborato con numerose testate italiane e straniere ed è stata coordinatrice del progetto della Comunità Europea e della Federazione Internazionale dei Giornalisti di sostegno agli organi di informazione nella ex Jugoslavia). La seconda tavola rotonda prevista dal programma riguarda Gli aiuti umanitari tra fallimento generale e singoli successi prevista mercoledì 18 aprile presso l?Aula Magna del Rettorato dell?Università degli Studi di Torino. Vi prenderanno parte Giulio Marcon, tra i fondatori del Consorzio italiano di solidarietà, coordinamento di intervento sulla questione balcanica che raggruppa oltre cento organizzazioni. Sull?argomento ha scritto diversi libri fra cui Le utopie del ben fare (Edizioni Ancora del Mediterraneo, 2004); Michele Nardelli, giornalista, è tra i fondatori dell?Osservatorio sui Balcani di cui è ricercatore e responsabile dei rapporti istituzionali ed è vicepresidente del progetto Prijedor, un?associazione formata da una ventina di comuni trentini il cui obiettivo è la promozione e il sostegno di iniziative di diplomazia popolare. Moderatore dell?incontro sarà Luca Rastello, giornalista, che ha lavorato nei Balcani, nel Caucaso, in Asia centrale, Africa e Sudamerica e che si occupa da anni di cooperazione internazionale. Di ricostruzione si parlerà invece nell?incontro presso la Facoltà di Architettura dell?Università di Torino (Castello del Valentino) il 17 aprile Ricostruire la Bosnia Erzegovina: il caso Mostar: Alla tavola rotonda sui problemi urbanistici e architettonici legati alla ricostruzione e alla convivenza nella Bosnia del dopoguerra parteciperanno l?architetto Andrea Vignoli del Dipartimento di Ingegneria Civile dell?Università di Firenze e l?ingegnere Romeo Manfredo della General Engeneering (che hanno realizzato il progetto esecutivo architettonico e strutturale per la ricostruzione del ponte vecchio di Mostar); il regista Luca Rosini. Modererà l?incontro Carlo Caldera del Politecnico di Torino. Alla fine del dibattito verranno proiettati alcuni Corti a Mostar, diretti da Luca Rosini, come documentazione audiovisiva delle iniziative della società civile mostarina. L?ultimo percorso tematico sarà la testimonianza attraverso musica, reading e performance teatrali. L?appuntamento con la musica è previsto per martedì 17 aprile all?Hiroshima con il gruppo reggae-dub di Sarajevo Dubioza Kolektiv. I reading, pensati come stimolo alla curiosità del pubblico verso autori e storie della Ex Jugoslavia si svolgeranno mercoledì 18 aprile al Circolo dei Lettori e vedranno la partecipazione del pubblico e di attori come Valentina Veratrini (è anche regista, doppiatrice e drammaturga e ha fondato la compagnia La tela di Aracne), Marco Viecca (ha lavorato tra gli altri con Ugo Gregoretti e Massimo Scaglione, si è occupato di fiction e ora è responsabile della Scuola per attori con il Polo Universitario Asti Studi Superiori), Vanessa Angeli (attualmente lavora con la compagnia Faro in Tasca e organizza laboratori teatrali nelle scuole) e l?associazione Compagni di Viaggio che si occupa di promuovere fra i giovani il teatro come luogo di espressione e crescita personale. Infine il teatro: giovedì 12 aprile il Circolo dei Lettori sarà palcoscenico di A come Srebrenica, monologo teatrale di Roberta Biagiarelli, scritto insieme a Simona Gonella, in cui l?attrice ripercorre in forma teatrale il genocidio di Srebrenica. Roberta Biagiarelli, formatasi presso il Laboratorio Teatro Settimo, è anche autrice e progettista teatrale e nel 2005 ha prodotto con la regia di Luca Rosini il reportage Srebrenica: Voci dall?oblio. Domenica 15 aprile invece nella cornice del Cafè Liber, verrà rappresentata da Carlo Presotto una forma molto originale di narrazione, il ?teleracconto? E fu così che la guerra finì (di Carlo Presotto, Paola Rossi e Giacomo Verde), ispirato da un libro dei bambini di una scuola elementare vicino a Trieste al confine con la Jugoslavia. L’attore e narratore Carlo Presotto, nel raccontare il proprio incontro con il libro dei ragazzi di Zindis, utilizza in scena lo strumento video, trasformando in immagini la storia sotto gli occhi degli spettatori, con il semplice uso di oggetti comuni posti sotto l’occhio della telecamera. Una scelta poetica che nasce dalla sensazione che proprio la televisione sia stata uno dei grandi mediatori e narratori di questa guerra, così vicina e così lontana. E che dopo aver invaso con la propria visione della realtà il panorama immaginario dei ragazzi, sia importante in qualche modo metterne in discussione il modo di interpretare la realtà. La manifestazione Vicini di guerra è un evento realizzato da Associazione culturale Franti Nisi Masa Italia e Gruppo studentesco ?Progetto Balcani? con il contributo Edisu Piemonte, Regione Piemonte, Associazione Museo Nazionale del Cinema e Circolo dei Lettori e con la collaborazione di Città di Torino, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Osservatorio dei Balcani, Caffè Liber, Cinema Baretti, Cinema Massimo.


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