Sostenibilità

L’agricoltura è contro le emissioni

E' quanto hanno affermato oggi gli esperti nel corso del convegno organizzato a Roma da Legambiente

di Gabriella Meroni

Un’agricoltura di qualita’ puo’ dare un contributo significativo anche alle politiche contro i cambiamenti climatici, se realizzata con la consapevolezza dei paletti entro i quali tale contributo puo’ dispiegarsi. E’ quanto hanno affermato oggi gli esperti nel corso del convegno organizzato a Roma da Legambiente insieme al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e all’Unione Province Italiane sulle agrienergie sostenibili – e al quale hanno preso parte, tra gli altri, i Sottosegretari del Ministero delle Politiche agricole Guido Tampieri e Stefano Boco, il Vicepresidente dell’Upi e Presidente della Provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi e il Direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante. L’agricoltura italiana, insomma, contribuire efficacemente allo sviluppo delle energie rinnovabili per la diminuzione delle emissioni inquinanti ed al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto. Non solo, tutto questo puo’ avvenire in modo corretto, tale da garantire la sostenibilita’ ambientale dell’impresa e la tutela anche economica dell’agricoltore. ”La ricetta – ha dichiarato Francesco Ferrante – risiede proprio nella tipicita’ del nostro sistema agricolo. Solo partendo dal riconoscimento delle caratteristiche di qualita’ della nostra agricoltura, orientata alla qualita’ piuttosto che alla quantita’, alla tipicita’ piuttosto che alla omologazione della produzione industrializzata, al legame con il territorio di provenienza piuttosto che alla delocalizzazione e all’utilizzo di OGM, sara’ possibile affrontare correttamente la nuova sfida per il nostro territorio”. Per le coltivazioni agricole destinate alla produzione di energia devono infatti essere preventivamente ben valutati i bilanci idrici ed energetici delle stesse, perche’ non avrebbe senso usare a fini energetici coltivazioni che richiedono grandi usi di acqua e che aggraverebbero le crisi idriche gia’ in atto, ne’ trascurare, per il bilancio energetico, quanta energia si consuma nella produzione e soprattutto nel trasporto. Inoltre, attraverso l’utilizzo di appropriate tecniche colturali (sovescio, interramento dei residui, minime lavorazioni dei terreni) per esempio, puo’ aumentare la quantita’ di carbonio organico nel terreno. Se il contenuto di carbonio organico dei suoli italiani (oggi circa 17 milioni di ettari di superficie utilizzabile) aumentasse ad un ritmo dell’1% all’anno (passando cioe’ da 70 a 70.7 tonnellate di carbonio organico per ettaro in un anno), si sequestrerebbero, in un solo anno, 45 milioni di tonnellate circa di CO2 atmosferica, pari al 10% delle emissioni di gas serra del nostro paese. Da qui la scelta di promuovere esclusivamente le filiere virtuose, corte e rispettose delle vocazioni anche paesaggistiche dei territori.


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