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I giovani domandano gli adulti insultano

Poche settimane fa a Milano, otto studenti di tre facoltà scientifiche, uscendo con molte domande da un convegno scientifico promosso dal loro ateneo sulle cellule embrionali, si sono decisi a...

di Riccardo Bonacina

Diffidate dei cinici e degli egoisti», ha detto Walter Veltroni parlando agli studenti dell?università La Sapienza a Roma. Ha ragione il sindaco di Roma, ma il problema è che cinismo ed egoismo abitano i palazzi del potere, le redazioni dei giornali, le stanze dell?economia, le aule di università e scuole.

Poche settimane fa a Milano, otto studenti di tre facoltà scientifiche, uscendo con molte domande da un convegno scientifico promosso dal loro ateneo sulle cellule embrionali, si sono decisi a scrivere una lettera aperta a Elena Cattaneo, la docente promotrice del convegno, ricercatrice di fama, vicepresidente del Comitato di bioetica e sostenitrice convinta della sperimentazione sugli embrioni umani. I ragazzi hanno preso carta e penna per scrivere pensieri come questi: «Il potere e le potenzialità della scienza ci appaiono oggi come grandissime evidenze. Ma dentro questa avventura di conoscenza, siamo sicuri che il fine giustifichi i mezzi? È possibile fare ricerca senza porsi la domanda principale: che cosa ho di fronte?». Insomma una lettera aperta piena di domande, che avrebbe potuto essere spunto di un bel confronto tra gli studenti e i docenti. Invece, apriti cielo. La docente, anziché apprezzare chi aveva semplicemente posto qualche umanissima domanda, ha risposto tramite i giornali con tono liquidatorio: «Lo scritto degli studenti è così sommario, inaccurato e veicolato con metodi così impropri che non necessita commenti». Insomma, cari ragazzi pensate a studiare, perché al bene del mondo ci pensiamo noi e non fateci perdere tempo con pubbliche spiegazioni.

Un episodio simile, in quanto ad arroganza mostrata dal mondo adulto, è successo anche a Catania. Un gruppo di studenti del liceo Spedalieri, all?indomani degli episodi di violenza che il 2 febbraio scorso portarono all?assassinio dell?ispettore Raciti, hanno scritto una lettera-manifesto indirizzata a preside e docenti. Un vero e proprio Sos rivolto agli adulti: «Abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a trovare il senso del vivere e del morire, qualcuno che non censuri la nostra domanda di felicità e di verità», hanno scritto. Invece che gioire perché un fatto drammatico aveva spinto un gruppo di ragazzi a interrogarsi su questioni così profonde, invece che aprire la scuola pomeriggio e sera per discutere e confrontarsi, i docenti hanno risposto così: «Proporvi, o imporvi, delle verità è integralismo, cioè barbarie, e pertanto questo atteggiamento non può aver luogo nella scuola pubblica, cioè democratica e laica». Giustamente, Giovanni Belardinelli, che è un laico e apprezzato storico dell?età contemporanea, ha stigmatizzato, sul Corriere della sera, la presa di posizione degli insegnanti di Catania: «Si notino le assurdità contenute in questo scritto: la coincidenza tra proporre e imporre, l?idea secondo la quale la laicità corrisponderebbe alla assenza di qualunque valore o principio. Una scuola ?pubblica?, ?democratica? e ?laica? è tutt?altro che una scuola in cui si insegna a non credere a nulla». Se non vogliamo continuare a protestare la nostra impotenza di fronte a fenomeni come il bullismo o il dilagare del consumo di cocaina, bisognerà che gli adulti, ovunque siano e qualsiasi posizione occupino, comincino a prendere in considerazione, non più e non solo i capricci, ma le domande più vere dei nostri ragazzi. Come dice Ernesto Olivero nelle due ultime pagine di questo numero: «Dobbiamo aiutare i giovani a guardare nella loro vita, ma possiamo farlo solo se siamo capaci di guardarli in faccia e se abbiamo il coraggio di lasciarci guardare in faccia».

Solo così si semina speranza. Con il cinismo si semina solo paura.


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