Volontariato

Vidas, il sindaco Moratti promette più contributi

La promessa in occasione della celebrazione del venticinquennale dell'associazione

di Redazione

Venticinque anni a stretto contatto col dolore, oltre 18mila malati terminali assistiti con iniziative quasi completamente autofinanziate, e oggi, in occasione del suo ‘compleanno’, l’associazione Vidas, torna a chiedere con forza il sostegno delle istituzioni. Strappando una promessa al sindaco di Milano, Letizia Moratti, che ha presenziato alla cerimonia organizzata a Palazzo Visconti in onore dell’associazione fondata da Giovanna Cavazzoni: ”Studieremo nuove modalita’ per incrementare il contributo finanziario annuale dal Comune. E lo faremo gia’ nel 2007, perche’ Vidas e’ una realta’ assolutamente straordinaria dal momento che affronta il tema della parte ultima della nostra vita”. Piccoli segnali in questi anni erano gia’ arrivati – l’ultimo e’ stato la concessione, in comodato d’uso per 45 anni, del terreno su cui sorge la casa per l’accoglienza dei pazienti soli o in situazioni familiari a rischio – ma con l’ampliarsi delle iniziative e delle aspirazioni, man mano che le idee prendono corpo, quel 2,4% di contributo da parte di Palazzo Marino sul totale delle spese annuali, non basta piu’. Adesso c’e’ la casa Vidas da mantenere. Servono circa 2 milioni e mezzo di euro all’anno per farla funzionare. Un hospice da 20 camere singole, in corso Italia a Milano, attrezzato per servizi di day hospital e fisioterapia, con studi medici, ambulatori e spazi per il tempo libero. La struttura si aggiunge all’assistenza a domicilio e all’attivita’ di sostegno psicologico per i familiari in lutto, e ancora alla formazione di base per operatori e volontari tramite le universita’ e il centro studi e formazione Vidas.

”Il budget e’ la nostra nota dolente”, spiega Giovanna Cavazzoni. ”Finora siamo stati supportati da privati, aziende, banche ed enti di vario genere. Ma abbiamo bisogno delle Istituzioni, per sostenere il costo annuale delle nostre attivita’, che si aggira sugli 8 milioni di euro. Finora dagli enti pubblici e’ arrivato solo il 6-8% del budget della Fondazione Vidas, nata nel 1981”. All’orizzonte potrebbe profilarsi adesso un percorso di accreditamento con la Regione. L’associazione aspetta che l’ipotesi si tramuti in realta’, decisa questa volta ad alzare la voce per ottenere l’attenzione richiesta. ”Non si tratta di presentare la cosiddetta ‘cambiale all’incasso’ – prosegue Cavazzoni – ma di fare in modo che l’assistenza socio-sanitaria non resti lettera morta”. Dal 1982, anno di avvio del progetto Vidas, la mole di lavoro si e’ moltiplicata: ”Da venti pazienti – racconta – siamo arrivati a curarne oltre 1.500 l’anno. E’ stato faticoso il continuo nomadismo di casa in casa, in citta’ e in 51 Comuni della Provincia, di giorno e di notte per 365 giorni all’anno. Ma questo percorso e’ stato insieme aspro e straordinario”. Difficile prevedere i risultati di oggi: ”Allora il nostro sembrava un progetto controcorrente – continua Cavazzoni – per la medicina che non accettava sconfitte, che allontanava dagli occhi la formula ‘non c’e’ piu’ niente da fare”’.


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