Politica

Sette Regioni a caccia di volontari

Il boom dei sistemi regionali. Sono Emilia Romagna, provincia di Bolzano, Marche, Veneto, Lombardia, Liguria e Toscana. Punto per punto guida ragionata alle leggi istitutive...

di Stefano Arduini

La corsa al servizio civile non è mai stata così serrata. Prima, nel 2003, l?Emilia Romagna, quindi la Provincia autonoma di Bolzano, le Marche e il Veneto. Poi, negli ultimi mesi, in rapida successione, la Lombardia, la Liguria e la Toscana. In tutto fanno sette Regioni e altrettanti servizi civili regionali. Il modello nazionale istituito dalla legge 64 del 2001 in cinque anni ha fatto dunque più proseliti di quanto si potesse prevedere. Non si tratta però di sistemi fotocopia rispetto a quello nazionale. Le Regioni hanno infatti costruito modelli differenti adatti alle esigenze e sensibilità delle loro comunità locali. Punto per punto vediamo dunque quali sono le caratteristiche di ognuno di loro. Con un?avvertenza: ad oggi solo l?Emilia Romagna, il Veneto e la Liguria in via sperimentale hanno presentato i bandi. Da segnalare la sperimentazione ligure che ha visto 14 progetti in partnership tra enti, associazioni e scuole: nel 2006/2007 saranno 560 gli studenti tra i 16 e 18 anni avviati al servizio.

Le norme. Tutte le leggi istitutive, eccetto una, mirano contestualmente a disciplinare un servizio civile regionale e a attuare in vario modo il servizio nazionale. Si distingue il Veneto che, invece, si limita a istituire unicamente un sistema regionale. Fra i compiti della Regione – lo prevedono tutte le normative – si contano la promozione e l?informazione destinate ai giovani e agli altri soggetti interessati.

Stranieri. L?Emilia Romagna consente l?accesso agli stranieri a prescindere dalla residenza. Le Marche invece ammettono gli immigrati residenti nel territorio. Porte aperte anche in Liguria e in Toscana (in entrambi i casi occorre la residenza o il domicilio per motivi di studio). La Lombardia, Bolzano e il Veneto, invece, limitano l?accesso ai cittadini italiani e europei.

Età. Nella maggior parte dei casi i requisiti sono diversi da quelli indicati nella normativa statale. Fanno eccezione le Marche e la Lombardia, con esclusione dei progetti sperimentali, che si adeguano alla forbice 18-28 anni prevista dal nazionale. In Emilia Romagna possono accedere al servizio i ragazzi fra i 15 e i 18 anni e gli ultra 28enni. Proprio verso queste due categorie, e gli immigrati, sono stati indirizzati i bandi già finanziati. Disco verde per tutti i maggiorenni in Veneto, a chi ha superato i 28 anni a Bolzano e alle età comprese fra i 16 e i 29 anni in Liguria. La Toscana infine ammette i giovani fra i 18 e i 30 anni e le persone diversamenti abili maggiorenni fino ai 35 anni.

Trattamento economico. In generale per i volontari di età approssimatamente corrispondente a quella fissata per l?accesso al servizio civile nazionale si prevede un compenso. Il Veneto, per esempio, stabilisce un?indennità di 15 euro al giorno (circa 5.500 l?anno) per 30 ore di servizio la settimana. Per i minorenni e per gli adulti, al contrario, l?orientamento generale è di limitarsi al rimborso delle spese sostenute, oltre all?assistenza sanitaria e alla copertura assicurativa.

Finanziamento. Tutte le Regioni hanno istituito un Fondo regionale per il servizio civile. Solo la Liguria ha scelto un?altra strada stabilendo che gli stanziamenti siano fissati in sede di programmazione finanziaria. Le leggi di Emilia Romagna, Bolzano e Marche stabiliscono, a differenza delle altre, che nel fondo regionale confluisca, oltre le risorse raccolte autonomamente a livello locale, la quota del fondo nazionale. Vale però la pena ribadire che i fondi per il servizio civile regionale vanno tenuti distinti da quelli del servizio civile nazionale, al quale quindi nessuna Regione può sottrarre risorse. Venendo ai numeri, ecco qualche esempio. La legge veneta quantifica in 250mila euro gli oneri per gli esercizi 2005/2006/2007. La Lombardia per gli anni 2006/2007/2008 ha previsto una spesa di 1,5 milioni. Il finanziamento del 2006 in Liguria è stato pari a 400mila euro. La Toscana, infine, per gli anni 2007 e 2008 ha messo a bilancio 500mila euro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA