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Somalia: presentata road map per la pacificazione

Il primo ministro del governo di transizione somalo Ali Mohammed Gedi ha presentato oggi un piano per la riconciliazione della Somalia in vista della conferenza del prossimo 16 aprile a Mogadiscio.

di Emanuela Citterio

Un piano dettagliato per la riconciliazione interna della Somalia. A presentarlo oggi è stato oggi il primo ministro del governo di transizione somalo Ali Mohammed Gedi. Il documento, dal titolo ?Road map to governance and national dialogue and reconciliation? farà da base ai lavori della conferenza di riconciliazione intrasomala annunciata dal presidente Abdullahi Yusuf per il prossimo 16 aprile.

La “Road map to governance and national dialogue and reconciliation?, fissa sulla carta tutti gli aspetti relativi alla preparazione e allo svolgimento dei lavori della Conferenza di riconciliazione, a cui parteciperanno 3000 delegati (2500 in rappresentanza dei clan e dei sotto-clan del paese e 500 rappresentanti della diaspora). ?Si tratta di un progetto organico, che era proprio quello che la comunità internazionale aveva chiesto al governo di transizione per avviare il processo di riconciliazione? ha detto alla Misna Mario Raffaelli, inviato speciale del governo italiano in Somalia che ha partecipato all?incontro col premier somalo. ?Un giudizio potrà essere espresso solo dopo aver studiato bene il documento, ma a un primo sguardo mi sembra che siano stati accolti tutti i principali punti individuati e consigliati dalla comunità internazionale per far sì che la Conferenza di riconciliazione possa essere un vero appuntamento di dialogo? aggiunge il politico italiano, uno dei più attivi negli ultimi anni nella soluzione diplomatica della crisi in cui la Somalia versa dal 1991.

Il documento prevede che i lavori preparatori della conferenza, che dovrà durare due mesi, e la gestione dell?appuntamento siano affidati a un comitato composto da sei persone di alto livello, di nomina governativa, ma comunque dotate di ampia autonomia nei lavori. Tra gli obiettivi della Conferenza ? che avrà un costo stimato dal governo somalo in almeno 32 milioni di dollari ? figurano, a livello nazionale, la cessazione di tutte le ostilità, l?impegno per la pace e la creazione di un programma di disarmo nazionale, mentre a livello clanico la risoluzione delle dispute pluriennali attraverso un sistema negoziato che fornisca a tutti eguali garanzie. ?Il documento consegnato oggi ? spiega ancora Raffaelli alla Misna ? apre con una premessa in cui si evidenzia che la vittoria militare non porta alla soluzione politica ma che fornisce un?opportunità unica per arrivare a una soluzione politica condivisa?.

Parlando con la stampa a margine dell?incontro di Nairobi, il primo ministro somalo ha mostrato qualche segnale di apertura anche nei confronti delle Corti Islamiche: il governo è pronto a dialogare con gli islamici moderati nel quadro della conferenza, ha detto Gedi, ?a condizione che vengano con i loro clan e sotto-clan, perché il congresso (di riconciliazione) è aperto alla società somala?. Tra i dubbi sollevati oggi, quello relativo alla scelta di tenere la Conferenza a Mogadiscio, teatro da settimane di violenze quotidiane contro le istituzioni governative e le forze ad esse legate. Il primo ministro si è detto ottimista e ha assicurato che entro il 16 aprile il governo sarà in grado di garantire la sicurezza di tutti i partecipanti.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu intanto ha condannato le violenze in Somalia ed esortato tutte le parti nel Paese ad avviare un ”processo politico il piu’ ampio possibile”, riferisce oggi l’Ansa. I membri del Consiglio di sicurezza hanno anche condannato gli attacchi contro la forza di stabilizzazione dell’Unione africana (Ua) in Somalia e i leader delle istituzioni transitorie, e invitato tutte le parti in Somalia a continuare a lavorare a un ”processo politico rappresentativo e il piu’ ampio possibile”, sollecitando un ”rapido dispiegamento” delle attese truppe dell’Unione africana. Essi hanno poi espresso ”grande preoccupazione di fronte all’aggravamento della situazione umanitaria” ed hanno chiesto ai donatori di fornire aiuti finanziari e logistici alla forza di pace dell’Ua e alle istituzioni transitorie somale. Almeno 18 persone sono morte ieri a Mogadiscio in tre attacchi, uno dei quali, a colpi di mortaio, contro la residenza del presidente somalo Abdullahi Yusuf Ahmed.


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