Non profit

Cara Melandri, non fare la befana

La riforma del Coni sta nascendo dentro il Palazzo

di Riccardo Bonacina

Il 4 gennaio, con un leggero anticipo sulla Befana, dovrebbe arrivare il Decreto legislativo sulla riforma del Coni. In attesa di leggerlo e di valutarlo nel merito riteniamo opportuno fare alcune considerazioni. In primo luogo siamo molto preoccupati e contrariati dalle notizie, che apprendiamo dalla stampa, sul confronto fra la Melandri ed i dirigenti del Coni per due ragioni. La prima è che emerge con grande evidenza un atteggiamento dei dirigenti del Coni di inaudita arroganza; il Coni non si accontenta del tavolo tecnico, di essere interlocutore privilegiato della ministra, ma pretende di concordare preventivamente il testo articolato del decreto. Altro che autonomia dello Sport dalle ingerenze della politica, questa è per noi una chiara ingerenza del Coni nella sfera del potere legislativo! La seconda ragione è che questo confronto è troppo chiuso e ristretto e rischia di apparire un braccio di ferro fra governo e Coni che taglia fuori gran parte del mondo dello sport, che dal Coni non è mai stato rappresentato e che oggi non vuole neppure essere rappresentato dal Coni. A questo proposito non è certo sufficiente un incontro, pur importante, con un certo numero di atleti ed ex atleti per accreditarlo come un confronto aperto. E non si dica che la consultazione con gli altri soggetti si farà dopo che il testo sarà stato concordato fra i dirigenti del Coni e la ministra, perché a quel punto quel testo risulterà pesantemente blindato. Luigi Agosti e Piero Soldini, Roma, Cgil Nazionale Risponde R. Bonacina: Ospitiamo volentieri l?intervento dei due amici della Cigl sport, nostri interlocutori ormai da un anno nelle denuncia contro le malefatte del Coni, che non riguardano solo gli sport più famosi ma l?intera gestione dello sport italiano, e nella riflessione sulla sua riforma. Vogliamo fare solo una sottolineatura al loro intervento: l?atteggiamento del Coni era atteso. Meno atteso quello della ministra Melandri che in questi primi mesi di governo ha mostrato di privilegiare l?interlocuzione con i vertici istituzionali e con le pagine dei giornali piuttosto che con le realtà di base. Non siete i primi a lamentarvi, già negli scorsi numeri abbiamo ospitato le proteste dei rappresentanti della Fisd. Spiace constatare un simile atteggiamento proprio da un politico che arriva dall?impegno nella società civile. È proprio vero: il potere può corrompere.


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