Sostenibilità

Nestlé: stop agli imballaggi in plastica

Nestlé fa marcia indietro sul Pet, convinta dalla critiche (e dal calo delle vendite) dei consumatori

di Redazione

Gli imballaggi in plastica per il cioccolato Cailler, ad eccezione di Frigor, sono morti e sepolti. Nestlè ha tratto le conseguenze dal calo del 24 % del fatturato della marca nel corso del 2006 e ritorna, da oggi, alla vecchia carta e cartoncino. La decisione era gia’ stata presa lo scorso autunno, ricorda la multinazionale svizzera. Il cioccolato Cailler imballato in PET era stato lanciato la scorsa primavera e aveva subito suscitato critiche l’impatto ecologico negativo. Inoltre Denner aveva condotto una virulenta campagna per denunciare gli aumenti di prezzo imposti da Nestle’ sulla marca francese di Broc.

Critiche dei consumatori e diminuzione del fatturato – di cui Nestle’ non ha mai indicato l’ampiezza, ma che gli specialisti valutano a 150 milioni di franchi – hanno indotto la multinazionale di Vevey a tornare al vecchio modello con carta e cartoncino, dopo aver condotto «numerosi studi» di mercato. Dell’avventura lanciata dalla CEO di Nestle’ Svizzera dal novembre 2004 al dicembre 2006, nonche’ ex direttrice di Expo.02 Nelly Wenger, rimangono solo il nuovo logo di Cailler e gli imballaggi in plastica dei cioccolatini Frigor che, secondo Nestle’, sono stati apprezzati da pubblico. Le confezioni in PET erano state disegnate dall’architetto Jean Nouvel. Nestle’ non ha mai fornito i costi del fallimento dell’operazione.


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