Leggi
Franca Falcucci: «Così aprimmo la scuola a tutti»
Parla il ministro che preparò la legge, le conclusioni di quel lavoro, note come Documento Falcucci, sono le radici dell'integrazione scolastica in Italia.
di Redazione
Franca Falcucci, classe 1926, è la donna che ha preparato il terreno per la legge n. 517/77. Ministro della Pubblica istruzione lo sarebbe diventata solo nel 1982, ma nel 1975 ha presieduto una commissione parlamentare sull'integrazione scolastica degli alunni handicappati (il termine che si usava allora era questo). Le conclusioni di quel lavoro, note come ?Documento Falcucci?, sono le radici dell'integrazione scolastica in Italia.
Vita: Chi c?era in quella commissione?
Falcucci: Molti esperti di problemi di handicap, tra gli altri c?era il professor Bollea. Ma non ricordo bene, è passato molto tempo. Io ero senatore, mi occupavo di scuola, il ministro Malfatti mi chiese di presiedere quella commissione; dopo mi ha voluto come sottosegretario.
Vita: Qual era il clima culturale? Avete incontrato degli ostacoli?
Falcucci: No, non direi. Non ricordo nessuna battaglia campale. Certo era cominciata che gli handicappati in classe nessuno li voleva, c?erano molte resistenze. Il problema non era dentro il mondo della scuola, ma fuori: culturale, nelle famiglie. Però ci abbiamo lavorato molto, prima di fare la legge abbiamo preparato a lungo il terreno, quindi alla fine siamo riusciti a farla passare. Ci fu un clima positivo, anche nella fase attuativa, che poi ho vissuto direttamente, da ministro.
Vita: È orgogliosa di quella legge?
Falcucci: Molto. Ho sempre creduto nella scuola come luogo dove si sviluppano le potenzialità delle persone e nel diritto di tutti ad essere protagonisti della propria crescita.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.