Mondo

Bamako: perché un piano per le donne

Lo spiega a Vita la viceministra per gli esteri Patrizia Sentinelli

di Emanuela Citterio

BAMAKO (Mali) – Dalla nosrtra inviata – Nel giugno 2005 il nostro settimanale l`aveva invitata al convegno “Donne d`Africa” organizzato alla Triennale di Milano. “E` passato meno di un anno e molti rapporti sono nati con donne e gruppi femminili nel continente africano. Ho cercato anche di tessere rapporti anche in Italia con le donne africane, e con loro stiamo pensando a una conferenza di pace per la Somalia”. Patrizia Sentinelli fa un bilancio del lavoro svolto e anticipa le linee della cooperazione intaliana, soprattutto per quanto riguarda la parità di genere. Oggi, alla presenza di rappresentanti provenienti da tutta l`Africa occidentale, ha lanciato il “Piano d`azione per le donne in Africa”.

VITA: Di cosa si tratta?
Il Piano d`azione è uno strumento che abbiamo scelto di darci per fissare le priorità della cooperazione italiana in Africa. Una cooperazione che vuole essere diversa da quella basata sull`assistenzialismo che, ci si è accorti, non serve a questo continente. Si tratta in realtà di linee programmatiche, di rotte per il futuro, che abbiamo elaborato soprattutto ascoltando le voci della società civile nei nostri viaggi, frequenti nell`ultimo anno, in questo continente.

VITA: In questo piano quindi la cosiddetta “questione di genere” occupa quindi un posto importante?
Si`. La visione delle donne africane, la loro azione per la pace, la loro attenzione all`equilibrio dell`ambiente possono rappresentare una via d`uscita dalla violenza, dalla povertà e dalla sopraffazione. Si tratta di rendere più visibile il lavoro delle donne, spesso incisivo e forte, ma altrettanto spesso silenzioso e invisibile. In ambito agricolo, per fare un esempio, svolgono un ruolo importante, ma le donne in generale non possiedono la terra e non hanno diritti legali. La cooperazione italiana intende lavorare per rimuovere questo e altri ostacoli insieme ai soggetti interessati nei Paesi africani.

VITA: Dall`inizio del suo mandato ha dato una priorità all`Africa rispetto ad altri continenti per quanto riguarda le linee programmatiche della cooperazione?
Se si parla di cooperazione l`Africa è il primo continente che viene in mente, sia per la sua vicinanza all`Europa, sia perchè crediamo sia il continente che abbia bisogno più di altri di una partnership con il nostro. Il mio mandato comprende una delega specifica per l`Africa Subsahariana, è quindi un dovere per me sviluppare i rapporti con i Paesi africani, ma questo compito ha sposato anche una passione personale per questa parte di mondo, per la sua vitalità e quello che l`umanità che si percepisce qui puo` dare anche a noi. Fra pochi giorni saro’ in Ghana, a celebrare i 50 anni dall’indipendenza di questo Paese. Credo che i rapporti di fiducia che stiamo costruendo, che passano anche dal confronto personale, come a me capita per esepio con Aminata Traorè (ex presidente per la cultura del Mali) rappresentino un passo in avanti per un nuovo stile di cooperazione basato sullo scambio e il partenariato.


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