Non profit
Bruxelles è vicina, vi spiego perché
Anna Bartolini racconta lesperienza al Consiglio europeo dei consumatori: «Esaminiamo questioni importanti. Serve più attenzione dalle associazioni»
Da alcuni anni sono membro del Consiglio europeo dei consumatori, in rappresentanza del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, il Cncu. Sono appena stata riconfermata per il terzo mandato. Si tratta di un?esperienza di grandissimo interesse, che consente di analizzare e affrontare i tanti problemi del consumo a livello europeo. Ci incontriamo ogni tre mesi, a Bruxelles, e siamo chiamati ad esprimerci su documenti inviatici in precedenza dalla Commissione, che sollecita un parere su questioni anche molto rilevanti. Di solito sono temi su cui già il dibattito è in corso anche da noi, ma mi piacerebbe che le 17 associazioni italiane trovassero il tempo per esprimere i loro pareri. Sono oberate di lavoro, si occupano di tantissime cose, non hanno persone che possano leggere e commentare la documentazione, che non è quasi mai in italiano.
Certo mi fa piacere godere della loro fiducia ma mi manca il loro feed-back e questa è forse la parte più difficile della mia missione a Bruxelles. La verità è che le associazioni non riescono a fare tutto. In ogni caso quando si tratta di temi particolarmente delicati o sensibili mi attacco al telefono chiedendo direttamente le loro opinioni. Sono molte, le associazioni italiane – secondo alcuni troppe – ma io credo che questa vivacità sia un fatto estremamente positivo. Si tratta solo di mettere meglio a punto il coordinamento europeo.
Del resto stiamo vivendo un momento importante. Dopo un governo che si è sostanzialmente disinteressato dell?Europa e in particolare delle problematiche sollecitate dai consumatori, abbiamo ora un?interlocuzione positiva e intensa. Non vi è dubbio che il governo Prodi abbia realizzato una svolta significativa nei confronti dei problemi che ci stanno a cuore. Basti pensare alle liberalizzazioni, che avevamo sollecitato da tempo.
In questi mesi, in particolare in Italia, si discute molto di class action, un tema a cui è dedicato il dossier di questo numero di Consumers? Magazine. Siamo ancora alle battute iniziali ma un fatto è certo: noi consumatori la class action la vogliamo. Ai primi di marzo ho già in programma un incontro con la Commissaria europea alla tutela dei consumatori, la bulgara Meglena Kuneva. Le chiederò se e in quali termini l?Unione Europea, che ha dedicato il periodo 2007-2013 al tema dell?accesso alla giustizia, pensa a un modello condiviso di class action. Mi pare che disporre di un modello europeo di class action, cui ogni Stato membro potrebbe aggiungere aspetti specificamente nazionali, vorrebbe dire rafforzare l?azione del Consiglio europeo dei consumatori e in generale potenziare quanto viene già fatto con gli strumenti giuridici a disposizione. Ad esempio la conciliazione per le piccole controversie.
Un?ultima riflessione ci riporta al nostro Paese. Abbiamo bisogno di potenziare l?educazione del consumo. In altri Paesi è materia di insegnamento scolastico. I ragazzi imparano molto presto cos?è un bonifico, come funziona un assegno, cos?è una garanzia. Noi siamo ancora molto indietro. Tuttavia è un tassello importantissimo. Gli adolescenti già a 12, 13 anni sono consumatori sfrenati. È anche nostro compito far sì che siano più consapevoli.
(testo raccolto da Maurizio Regosa)
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