Economia

Giuliano Poletti: “Tutte le coop in una casa comune”

Al posto delle “vecchie” centrali potrebbe sorgere una federazione comune dei movimenti. "Abbiamo bisogno di una rappresentanza ordinata ed efficiente".

di Christian Benna

Tramontata l?epoca delle scalate e messi da parte gli artigli della finanza aggressiva, il mondo delle ?coop rosse? insegue nuovi traguardi: nel segno della coesione e dello sviluppo sostenibile. A pochi giorni dal congresso nazionale di Legacoop, che si tiene a Roma dal 7 al 9 marzo, il leader Giuliano Poletti, per cui appare scontata la conferma alla guida del movimento, fa il punto della situazione e lancia segnali di alleanza ai cugini ?bianchi? di Confcooperative. Vita: Presidente Poletti, è arrivato davvero il momento delle nozze tra le due centrali cooperative, come si parla da tempo? Oppure è solo un flirt destinato a replicare le discussioni e il nulla di fatto del Partito Democratico? Giuliano Poletti: Il dialogo c?è. Stiamo tutti lavorando sulla compatibilità delle condizioni su cui partire. L?obiettivo condiviso, che non è un atto velleitario, è quello di dare una rappresentanza coordinata ed efficace, tenendo conto di storie e culture diverse. Oggi è difficile parlare di concertazione con il governo e le istituzioni quando ai tavoli ci si presenta con una miriade di associazioni. Una frammentazione eccessiva, che pesa poi sull?efficienza della nostra capacità imprenditoriale. Per queste ragioni serve una forma più compatta con il coinvolgimento di tutte le centrali cooperative, anche quelle minori. Il passo successivo potrebbe essere una federazione di tutti i movimenti. Vita: Intanto si infittiscono i contatti tra Unipol e Banche di credito cooperativo… Poletti: Si tratta di segnali importanti, che Legacoop incoraggia e vede certamente con favore. L?universo cooperativo ha di fronte a sé grandi sfide di tipo culturale. Dobbiamo superare l?autoreferenzialità e avviare un confronto aperto con il sistema Paese, dimostrando che in Italia non c?è solo l?impresa capitalistica. Vita: Il mercato dei capitali, però, è un?opzione che voi non stigmatizzate affatto… Poletti: No, certamente. Purché si rispettino i valori della cooperazione. E ne sono un esempio l?esperienza di Unipol, quotata in Borsa ma controllata dalle coop, e il service immobiliare della grande distribuzione Igd, anch?esso sul listino di Piazza Affari. In questo scenario c?è anche spazio per la creazione di una Borsa non speculativa interna alla cooperazione che metta in contatto le imprese. Uno strumento per reperire le risorse destinate alla crescita e per arginare i problemi legati alla sottocapitalizzazione. Vita: E l?aspetto solidaristico della cooperazione? Poletti: Resta un caposaldo della nostra azione. Non solo tra i soci della centrale, ma anche nei confronti di tutti gli stakeholder.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA