Sostenibilità

Amianto: già 9.100 i morti

Secondo gli studi dell'Iss, l'uso massiccio negli anni 60, avrebbe già portato a questo numero di decessi. In Piemonte, Lombardia e Friuli, i tassi più alti

di Giampaolo Cerri

L’industria naval-meccanica e quella del cemento – amianto sono tra i comparti di attivita’ che espongono in misura maggiore gli addetti al rischio di sviluppare malattie connesse con la presenza di amianto. Lo rivelano le ricerche dell’Istituto superiore di Sanità e dell’Inail.
Tra le patologie che piu’ frequentemente si presentano a causa dell’utilizzo dell’amianto si deve ricordare in particolare il tumore maligno della pleura, che nel corso degli anni ’90 ha dimostrato un significativo incremento, non solo in Italia ma in altri numerosi Stati europei. Tale aumento sembra potersi mettere in relazione con la massiccia diffusione dell’amianto che si e’ verificata negli anni a cavallo tra il ’50 e il ’60. Questa malattia nel nostro Paese ha causato quasi 9.100 morti, di cui circa 6.000 uomini. L’amianto, largamente impiegato nelle industrie ricordate fino al 1992, e’ stato utilizzato da millenni, ma solo nell’ 800 si puo’ parlare di un uso massivo di questo materiale sotto forma di tremolite (che si trova in Svizzera) di crocidolite, di amosite, ecc. Nei mezzi di trasporto, nell’edilizia, nell’ambito domestico, l’amianto e’ presente in larga misura nella nostra vita, ma questo non e’ causa di malattie, in quanto esse insorgono soltanto a causa della dispersione nell’aria delle fibre del materiale; quando cioe’ l’amianto viene lavorato. Una volta presente e non piu’ toccato, l’amianto non riveste alcun carattere di pericolosita’.
Quattro regioni, cioe’ il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia hanno tassi di mortalita’ notevolmente superiori alla media nazionale, in particolare nelle provincie di Alessandria, Gorizia, Livorno.
Gli studi condotti hanno inoltre evidenziato che il pericolo e’ presente non solo per i lavoratori, ma anche per i familiari, in quanto l’amianto puo’ essere diffuso attraverso gli abiti da lavoro anche in ambienti distanti dalla fabbrica.

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