Sostenibilità

Ambiente: cave Po, Legambiente plaude regione Emilia

Gli ecologisti soddisfatti per la sospensione delle concessioni ai cavatori sotto inquiesta a Reggio Emilia. «Se ci sarà rinvio a giudizio, chiederemo di essere parte civile»

di Giampaolo Cerri

«Condividiamo la decisione della Regione Emilia Romagna di sospendere la concessione per le escavazioni lungo il Po» con questa dichiarazione Legambiente Emilia Romagna torna sulla questione di cui si sta occupando la magistratura di Reggio Emilia e che ha portato la Giunta Regionale alla decisione di sospendere la concessione per le escavazioni in una cava di Boretto.
Come è noto la questione è stata oggetto di segnalazioni alla Procura della Repubblica ed è oggetto di indagine. Solo qualche giorno fa una imponente operazione di Polizia aveva portato ad una operazione interforze nell’area di Boretto per verificare formalmente le circostanze di escavazioni abusive di sabbia dal Po segnalate dai vigili urbani. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, ha visto
impegnati uomini della Guardia di Finanza, dei vigili e della Forestale.
Le forze dell’ordine hanno esaminato cantieri e cave e, secondo indiscrezioni, disposto il sequestro non solo di documenti, ma anche di macchinari.
“Questa – ribadisce Legambiente – è la strada da battere per stroncare pratiche che durano da anni e creano gravi danni ambientali ed economici. L’erario pubblico è fortemente danneggiato da operazioni di vario tipo che interessano il patrimonio costituito dal fiume, dalle golene, dalle sabbie e dalle ghiaie, dagli alberi. Bisogna che tutti sappiano che la scomparsa di una spiaggia non è solo un impoverimento del paesaggio – continua la nota – ma anche una diminuzione delle capacità depurative delle acque del fiume e, spesso, un danno per la sicurezza dei cittadini e delle difese
idrauliche”.
La Direzione Regionale di Legambiente ha chiesto alla magistratura «di essere ammessa come parte offesa nel procedimento giudiziario in corso, anche allo scopo di costituirsi parte civile se e quando si deciderà il rinvio a giudizio e sta seguendo da vicino – anche attraverso i propri legali – gli sviluppi della vicenda. Su un altro
versante la Direzione Regionale di Legambiente che ha già avuto alcuni incontri con autorità locali e la stessa Giunta Regionale, continuerà la propria azione per affiancare gli atti che la Regione ha avviato con la sospensione della concessione e che dovrebbero continuare con la predisposizione di strumenti di controllo che prevedano anche il rilevemento satellitare e la revisione (o la revoca) delle concessioni che non contengano regole del tutto chiare circa quantità di materiali da
scavare e indicazioni precise sul potenziale della strumentazione a disposizione delle aziende.
Come si ricorderà, a far scattare questa inchiesta sui prelievi abusivi di sabbia era stato un appostamento notturno delle guardie provinciali tra il 1º e il 3 agosto, nel quadro di un’intensificazione dei controlli di tutte le attività estrattive. La Provincia aveva poi comunicato che «erano state accertate estrazioni notturne di sabbia non autorizzate nell’alveo del Po, in una zona prospicente Boretto» e «inoltrata denuncia alla magistratura per i reati di furto ai danni dello Stato e di alterazione del letto del
fiume».

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