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Nepal: cortei di protesta nonostante il coprifuoco

Si stanno svolgendo a Kathmandu proteste contro il re Gyanendra, nonostante il coprifuoco di 18 ore imposto dalle autorità con l'ordine di sparare a vista su chi non lo rispetta

di Carmen Morrone

Inoltre giornalisti e diplomatici non possono circolare per la capitale. Un testimone italiano sul posto, Manuel Lugli, alpinista e assiduo frequentatore del Nepal, ha riferito all’agenziadi stampa Apcom che “la manifestazione organizzata dalle forze di opposizione sta avendo luogo ed è molto partecipata, come non avveniva nei primi cortei precedenti allo sciopero genero generale” iniziato due settimane fa. Lugli ha detto di essere stato obbligato a rimanere in albergo dalle forze di polizia locali. “Tutti i permessi speciali per giornalisti e fotografi sono stati bloccati, non girano auto e anche i diplomatici sono costretti a rimanere al chiuso. Non ho mai visto una situazione simile a Kathmandu”, ha aggiunto l’alpinista italiano. Anche la Bbc riferisce che le proteste sono cominciate in diverse zone della capitale nepalese. Secondo il governo, tra i manifestanti si sono infiltrati ribelli maoisti che possono scatenare violenze, ma Sudarshan Rimal, un residente di Kathmandu di 27 anni, ha detto che le persone scese in strada sono “persone comuni, non iscritte a nessun partito politico. E’ una manifestazione pacifica, e il re ha dichiarato il coprifuoco”. L’opposizione vuole costringere il re Gyanendra ad abbandonare i pieni poteri assunti 14 mesi fa. Nelle ultime due settimane si sono intensificate le proteste, e dieci persone sono rimaste uccise. Il coprifuoco, entrato in vigore alle 2 del mattino, termina alle ore 20.


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