Politica

Elezioni: continua la situazione di stallo

La Cdl si appella a Cassazione, l'Unione prepara il Governo

di Redazione

La Cdl si appella alla Corte di Cassazione perche’ verifichi con scrupolo, senza fretta, i risultati elettorali, tenuto conto dello scarto risicato tra i due schieramenti. Non parla piu’ di brogli, ma di semplici irregolarita’: toni sono piu’ soft, ma la sostanza non cambia. Il centrodestra tiene il punto e ad una settimana dal voto non riconosce il risultato annunciato ufficiosamente dal Viminale. Nel prosieguo di una guerra dei nervi, al termine di una giornata dedicata a una serie di riunioni, la Cdl convoca i giornalisti a Palazzo Grazioli e diffonde un documento in cui si chiede alla Cassazione di esaminare con cura tutti i dati a propria disposizione. La linea la da’ Silvio Berlusconi: sino a quando Prodi non accetta di aprire un canale di dialogo con la Cdl – avrebbe detto nel pomeriggio – noi non riconosciamo il risultato. Berlusconi avrebbe fatto anche una considerazione tutta politica sul risultato elettorale: riconosce che lui non puo’ restare a Palazzo Chigi, ma non comprende perche’ invece Romano Prodi, che considera politicamente sconfitto dal voto, possa pretendere di guidare il governo. Per questo nelle intenzioni del premier, come riferiscono alcuni suoi interlocutori, sul tavolo della trattativa non ci dovrebbe essere solo il Quirinale, ma anche la presidenza del Consiglio. Il disappunto di Berlusconi sarebbe aumentato anche perche’, nonostante Gianni Letta abbia chiamato la scorsa settimana alcuni esponenti dell’Ulivo, Prodi avrebbe chiuso tutte le porte. Anzi, alla mano tesa risponde con ”frasi arroganti”. E le sue richieste di scuse, ragionano a Palazzo Grazioli ”sono ridicole”. Braccio di ferro dai toni e dalle forme comunque contenuti. Nessuno parla di errori ”dolosi”, e di fronte alle telecamere non si presenta Silvio Berlusconi, volato nel pomeriggio a Milano per seguire la Champions, ma il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi, il portavoce di An Andrea Ronchi e, per l’Udc, il ministro Rocco Buttiglione. I partiti del centrodestra – si legge in una nota della Cdl diffusa al termine della conferenza stampa – si appellano alla ”Corte di Cassazione, suprema garante della regolarita’ del processo elettorale, perche’, con l’accuratezza che le e’ propria e che in questo caso e’ ancora piu’ necessaria, provveda ad espletare tutti i controlli necessari a garantire il risultato elettorale al di la’ di qualunque ragionevole dubbio. Prodi si e’ attribuito un successo con una forzatura istituzionale e politica, senza attendere i risultati ufficiali e i relativi conteggi delle corti d’appello e della Cassazione. In tutte le democrazie – sostiene ancora la Cdl – quando il margine elettorale e’ cosi’ risicato, pari allo 0,6 per mille, si procede ai controlli e ai conteggi ufficiali previsti dalla legge, per evitare che soltanto l’ombra di possibili errori possa inficiare il risultato elettorale e la volonta’ degli elettori. Siamo certi che a parti rovesciate la sinistra avrebbe fatto, detto e richiesto le stesse cose”. La Cdl e’ unita nel chiedere chiarezza, ma si colgono differenze sostanziali su come si accingono a valutare il verdetto finale della Cassazione. Forza Italia, esplicitamente, non esclude l’ipotesi di ricorrere contro la Corte: ”Chiediamo alla Corte di lavorare con scrupolo – afferma infatti Sandro Bondi – e non escludiamo di percorrere tutte le vie che la legge ci offre, comprese memorie e ricorsi in Cassazione”. Sbocco che non sembra convincere Rocco Buttiglione, che puntualizza: ”Nessuno ha detto che non riconosceremo il verdetto della Corte. Noi chiediamo solo che lavori con accuratezza, attenta non solo allo spirito ma anche alla lettera della legge. Qualcuno ha alzato la voce – insiste il ministro centrista – chiedendo di fare in fretta. Noi chiediamo di fare in fretta ma bene”. Intanto il presidente dei deputati ‘azzurri’ Elio Vito indica una delle irregolarita’ individuate dalla Cdl: ”Secondo le cifre fornite dal Viminale – sottolinea Vito – il numero dei votanti e’ superiore a quello delle schede. In particolare mancano 122.000 voti”. Sarebbe questa solo una delle irregolarita’, e il forzista Peppino Calderisi avrebbe fatto un vero e proprio dossier delle cose non andate per il verso giusto in queste elezioni. Un documento che non deve essere andato a genio al ministro dell’Interno Beppe Pisanu, che ha fatto sapere con un comunicato di non aver conoscenza ”ne’ diretta ne’ indiretta del documento giuridico sui risultati elettorali che, secondo notizie di agenzia, sarebbe stato curato da esponenti di Forza Italia”. Ma il problema, insistono gli esponenti della Cdl, e’ fare tutto con calma, prendendosi il tempo necessario. ”Domani – assicura Sandro Bondi – non ci potra’ essere alcun pronunciamento della Corte. Al massimo finira’ il lavoro delle singole circoscrizioni”. Anche Buttiglione allunga i tempi e a chi gli chiede se comunque le Camere verranno convocate il 28, risponde con un ”non e’ detto”. ”Ovviamente non dipende da noi – aggiunge – ma dai tempi che verranno utilizzati dalla Corte di Cassazione per proclamare il dato ufficiale”. L’atteggiamento del centrodestra viene attaccato frontalmente dal centrosinistra. ”Quella della Cdl e’ una indebita pressione nei confronti della assoluta indipendenza delle Corte di Cassazione”: condannano, con una nota congiunta, i coordinatori dell’Ulivo Fabrizio Morri, Renzo Lusetti e Giulio Santagata. E il leader dei Ds Piero Fassino domanda polemico: ”C’era bisogno di fare una conferenza stampa per chiedere che la Cassazione sia rigorosa? C’e’ bisogno che lo chieda Bondi? Io al rigore della Corte ci credo e basta…”.


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