Che cos’è il Cpe? Si chiama “contrat premiere embauche”, meglio noto come ‘Cpe’, e ha fatto scendere in piazza migliaia di giovani in Francia. E’ il nuovo contratto di ‘primo impiego’ proposto dal governo guidato da Dominique de Villepin per facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e per abbassare quel 23% di disoccupazione che in Francia riguarda gli ‘under 26’. Proprio a chi ha meno di 26 anni, infatti, è destinata questa nuova forma di flessibilità, applicabile nelle imprese con più di venti dipendenti. Si tratta di un contratto a tempo indeterminato, in cui però si prevede un periodo definito di ‘consolidamento dell’impiego’, durante il quale il datore di lavoro potrà in qualsiasi momento licenziare senza giusta causa o giustificato motivo. Un periodo che può durare al massimo due anni, calcolando anche eventuali mesi trascorsi nella stessa azienda con altre formule contrattuali, per esempio a tempo determinato o stage. Se il datore di lavoro recede dal contratto, però, esistono specifiche forme di tutela per il lavoratore, a patto che siano trascorsi almeno quattro mesi dall’assunzione. In questo caso, infatti, il lavoratore avrà diritto a una retribuzione forfettaria erogata dallo Stato e pari a 460 euro mensili. Per il lavoratore, inoltre, il Cpe prevede il diritto alla formazione fin dal primo mese di assunzione, mentre per i dipendenti che entrano con un contratto normale scatta dopo un anno. Previste anche agevolazioni per l’accesso alla casa, attraverso la cosiddetta ‘LocaPass’, una misura che facilita il pagamento della cauzione richiesta al momento della stipula di un contratto di affitto.
Dopo il ritiro del Cpe cosa è stato messo in campo? Ma il ‘Cpe’ , ritirato dal Governo francese dopo tre mesi di contestazione, è solo l’ultima, in ordine cronologico, delle tipologie contrattuali flessibili previste nell’ambito del Piano di coesione sociale, approvato in Francia lo scorso anno. Un progetto di riforma ampio, che riguarda numerosi aspetti, dal lavoro all’integrazione sociale, dalla casa alle pari opportunità. Sul fronte dell’occupazione, tra gli undici programmi presentati, figura la modernizzazione dei servizi per l’impiego, la riforma dell’apprendistato e del sistema degli ammortizzatori sociali, oltre all’introduzione di nuove tipologie contrattuali per facilitare l’entrata nel mondo del lavoro dei giovani. In qualche caso, il legislatore francese ha provveduto a sostituire vecchie modalità presenti nell’ordinamento, come per il ‘contrat d’accompagnement dans l’emploi’ (Cae), volto a facilitare l’inserimento delle persone disoccupate o in difficoltà, che ha preso il posto di due contratti preesistenti, quello di solidarietà (‘contrat emploi solidarité’ – Ces) e quello di avviamento (‘contrat emploi consolidé’ – Cec). A questo, si aggiungono il ‘contrat d’avenir’, finalizzato a facilitare l’inserimento lavorativo di soggetti beneficiari di particolari sussidi economici; il ‘contrat jeune en entreprise’, destinato a incentivare i datori attraverso aiuti economici e normativi ad assumere a tempo indeterminato giovani tra i 16 e i 22 anni; il ‘contrat de professionnalisation’, per la fascia d’età 16-25 anni e per disoccupati ventiseienni, che consente l’acquisizione di una qualifica professionale facilitando al tempo stesso l’inserimento; il ‘contrat initiative-emploi’, con cui il datore è incentivato ad assumere persone in gravi difficoltà attraverso sostegni mirati alla riqualificazione e al reinserimento.
Sono proprio queste misure ad essere state rifinanziate dopo il ritiro del Cpe. L’11 aprile scorso, infatti, è stato stabilito di aumentare gli aiuti pubblici per le imprese che assumono giovani da 16 a 26 anni poco qualificati e che abitano nelle zone più degradate del Paese. Gli aiuti complessivi ammontano in 150 milioni di euro per il 2006 e in 300 milioni di euro per il 2007, uno stanziamento che va ad aggiungersi ai 450 milioni già decsi in sede di Finanziaria 2006. Tra le misure altrenative al Cpe valorizzate dal nuovo testo del Governo, il contratto “jeune en entrepriese “in vigore già dal 2002 e che riguarda 300mila giovani. Il secondo intervento prevede di versare 200 euro al mese il primo anno, la metà il secondo, alle imprese che assumono con contratto di formazione. La terza misura prevede di creare 50mila nuovi stage per accellerare l’accesso dei giovani. L’ultima misura riorganizza il contratto Civis (Contrat d’insèrtion dans la vie sociale) in modo che ciascun giovane possa essere seguito da vicino per un anno nel suo percorso di inserimento nel mondo del lavoro.
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