Welfare
Un altro attentato: la risposta della ndrangheta
Prima, lavvelenamento di 12mila piantine di lamponi, poi il tentativo, fortunatamente mal riuscito grazie allallarme lanciato da un gruppo di operai, di incendiare le serre.
Prima, nella notte fra il 22 e il 23 marzo scorso, l?avvelenamento di 12mila piantine di lamponi, poi, lo scorso 8 aprile, intorno alle 20, il tentativo, fortunatamente mal riuscito grazie all?allarme lanciato da un gruppo di operai, di incendiare le serre. Due settimane nell?occhio del ciclone per l?azienda Frutti del Sole aderente al consorzio Valle del Bonamico della rete Goel-Cgm, animato dal vescovo di Locri, GianCarlo Bregantini. «Non ci sono più dubbi, hanno messo chiaramente la firma mafia con un attentato che si può definire terroristico», ha commentato Pietro Schirripa, amministratore delegato della Frutti del Sole e presidente della Valle del Bonamico, già vittima di avvertimenti mafiosi. «Non credo ci siamo riferimenti diretti alla mia persona», ha aggiunto Bregantini, «le cooperative danno fastidio a qualcuno. è bene capire chi c?è dietro a questi episodi ed individuare l?obiettivo finale». Fra i numerosi messaggi di solidarietà, pochi quelli dei politici nazionali. Fra questi Rosi Bindi: «Non lasciamo soli i cittadini della Calabria».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.