Welfare

Italia, basta dolore

I rappresentanti del settore, a congresso dal 26 aprile, lanciano l’allarme sulla mancanza di risorse e di strategie unitarie per i malati

di Benedetta Verrini

A i primi di aprile, i massimi rappresentanti del mondo delle cure palliative (Furio Zucco, presidente della Società italiana di cure palliative e Francesca Crippa Floriani, presidente della Fedcp) hanno potuto partecipare, per la prima volta, alla discussione sul Piano oncologico nazionale interno al Piano sanitario 2006-2008. «E abbiamo concluso due capitoli importanti», spiega Furio Zucco. «Il primo riguarda le reti assistenziali e il ruolo pro-attivo che in esse può giocare il non profit, senza trasformarsi in mera ?stampella? delle falle assistenziali di alcune Regioni. Il secondo riguarda la formazione, per costruire un percorso professionalizzante per gli specialisti». è rimasta aperta, invece, la questione delle risorse. Il presidente Sicp si è battuto alla commissione oncologica nazionale perché i finanziamenti stanziati per la ricerca in campo oncologico (380 milioni di euro solo per il 2006) siano in parte utilizzati anche per ricerche sulle cure palliative. «Credo sia un investimento più che necessario», ribadisce, «considerato che circa il 55% dei malati di cancro ancora oggi muore». Per loro, e per i pazienti non oncologici (in totale, ogni anno, circa 250mila persone), si è lentamente sviluppato, anche se a macchia di leopardo, il ?doppio binario? degli hospice (oltre 100 nel paese, destinati a triplicare nei prossimi tre anni) e dell?assistenza domiciliare. Ma i lati oscuri, purtroppo, non mancano. A cominciare dalla programmazione sanitaria nelle cure palliative, compromessa dall?assenza di un modello organizzativo nazionale di riferimento. In Italia esistono regioni con due tipologie di hospice e almeno cinque sistemi di intervento assistenziale domiciliare, con una giungla di sigle e modalità tariffarie differenti (la degenza in hospice passa da 180 fino a 252 euro al giorno; l?assistenza domiciliare nella sola Lombardia ha cinque modalità tariffarie, dai 20 agli 80 euro al giorno, ma altrove si può arrivare fino a 175 euro). Meno della metà delle risorse stanziate negli ultimi sette anni per i nuovi hospice, pari a 206 milioni di euro, è stata effettivamente utilizzata dalle Regioni. Il tema sarà approfondito al XIII congresso nazionale della Sicp, dal 26 al 29 aprile a Bologna, che celebrerà il ventennale della fondazione della società e presenterà il primo Libro Bianco sugli hospice. Perché se la terapia del dolore ha finalmente fatto breccia nella cultura legislativa e medica italiana (anche grazie alla legge 12 del 2001), il percorso è ancora lungo e difficile: «Non più del 40% dei medici ha ritirato il nuovo ricettario per la prescrizione di stupefacenti a uso terapeutico», sottolinea Zucco. «La maggior parte di loro quindi non prescrive gli oppiacei per combattere il dolore inutile dei malati». C?è di più: la nuova legge sulla droga ha tolto ai derivati della cannabis la dignità di farmaco, scientificamente dimostrata. E complica ulteriormente la terapia anti dolore, che vede l?Italia al penultimo posto in Europa. www.sicp.it www.fedcp.org Il settore Malati 250mila Hospice 100 Fondi stanziati (ex l.39/99) 206 milioni Fondi utilizzati (ex l.39/99)? del 50% Costo hospice pz/die 180-250 euro Costo domiciliare pz/die 20-175 euro Organizzazioni Non profit 180


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