Cultura

La cittadinanza attiva? Ci dia uno scossone

Il ministro Luigi Nicolais spiega perché la sua riforma interesserà direttamente il terzo settore. «Dovrebbe avere un grande ruolo nel controllo»

di Maurizio Regosa

È disponibile il ministro Luigi Nicolais. Vuole incontrare la società civile e il terzo settore, confrontarsi con quel valore aggiunto che è il mondo degli stakeholder: «Mi faccia chiamare dalle associazioni, pigliamo subito un appuntamento». Sa che il successo della sua riforma della pubblica amministrazione si giocherà soprattutto sulla partecipazione, la trasparenza, l?efficacia. Ma ci sarà spazio per valorizzare veramente quello che Pietro Ichino definisce un «tesoro nascosto» e cioè la cittadinanza? «Sicuramente», risponde a Vita il ministro, «quella di Ichino è una giusta affermazione. Ritengo che i reali valutatori delle performance della pubblica amministrazione debbano essere i cittadini e le imprese. Dobbiamo individuare una cosa analoga a quella che hanno i privati, il mercato, che è un grande valutatore terzo».

Vita: Lei ha affermato di voler coinvolgere le associazioni di cittadini. Nella valutazione o anche nella gestione?
Luigi Nicolais: A me serve un rapporto con le associazioni per l?individuazione dei parametri, che devono venir fuori da una valutazione condivisa delle problematiche. Vorremmo rivitalizzare alcuni indicatori che nel passato non hanno funzionato. Pensiamo di rendere pubblici tutti i risultati. È in discussione in parlamento una proposta di alcuni deputati, collegata a quelle del professor Ichino, per la costituzione di un?authority o di qualcosa di simile. Io ritengo che abbiamo una serie di possibilità. Ad esempio il Cnel, in cui già sono presenti i consumatori.

Vita: Nel 1991 sono state approvate due leggi – sulle cooperative sociali e per i centri servizi del volontariato – che aprivano la funzione pubblica a soggetti privati. Un?apertura notevole. Il clima oggi sembra diverso?
Nicolais: Sicuramente è molto diverso. Per prima cosa noi dobbiamo ridare dignità alla pubblica amministrazione. La presenza di dipendenti che non lavorano adeguatamente, i grandi ritardi nelle risposte, lo scarso uso della tecnologia: sono ostacoli che non permettono a un Paese di diventare competitivo. Siamo tutti convinti che bisogna cambiare. E questo è un momento che non possiamo sprecare. Tutti insieme, compreso il non profit, dobbiamo cercare il modo per accelerare il processo di cambiamento.

Vita: In questo senso le parlavo del 1991, di uno spirito che consentiva che soggetti privati svolgessero una funzione pubblica, permettendo così una commistione originale che ha fatto del bene anche al pubblico?
Nicolais: Come no. Ma soggetti privati particolari? Possiamo riprenderla in considerazione. Cominciamo a lavorare anche in questa direzione. Io non ho preclusioni. Il sistema della pubblica amministrazione ha bisogno di un po? di scossoni. Si può fare anche attraverso le associazioni che rappresentano queste imprese. Sono pronto a incontrarle. Cominciamo un discorso per capire come possono intervenire in questo processo?

Vita: Secondo i sindacati, la pubblica amministrazione è usata dai politici come agenzia di collocamento. Se nella gestione ci fosse anche il privato sociale si avrebbe più trasparenza e quindi la politica sarebbe costretta a fare un passo indietro?
Nicolais: Molti problemi che abbiamo sono legati alle ingerenze della politica sulla pubblica amministrazione. Uno dei punti prioritari è la distinzione fra gestione e governo, tra la parte politica e quella amministrativa. Una distinzione che è base per una sana amministrazione. In questa direzione stiamo avviando una serie di operazioni. Abbiamo avviato una scuola unica che ha lo scopo di creare un filtro d?ingresso forte per i dirigenti. Poi abbiamo dato delle direttive sulla pubblicizzazione del patrimonio dei dirigenti pubblici. Ma la trasparenza deve essere assicurata attraverso vie normali. Non possiamo avere controllori interni? Gli enti non profit dovrebbero avere un grande ruolo nel controllo continuo delle iniziative e della trasparenza della pubblica amministrazione e non essere coinvolti nella parte più gestionale.

Vita: Come svolgere questo controllo?
Nicolais: Se ne può discutere. Io ho fatto una legge nella trasparenza, a cominciare dalle consulenze. Quelle del mio ministero sono pubblicate sul nostro sito.

Vita: È ottimista sulla riforma?
Nicolais: Sono fortemente ottimista. Abbiamo sentito i tre segretari generali parlare di argomenti che in passato erano tabù. La mobilità, la meritocrazia, il piano industriale.


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