Non profit

Cercansi progetti a Mezzogiorno

Infanzia disagiata, anziani, immigrazione di seconda generazione: il braccio solidale della multinazionale della telefonia punta in Italia su progetti di tipo sociale.

di Giuseppe Ambrosio

«Aiuteremo la gente di tutto il mondo ad avere una vita più piena, sia attraverso i servizi che offriamo che attraverso l?impatto che abbiamo sul mondo che ci circonda». L?entusiasmo è uno dei principi guida di Vodafone, multinazionale leader mondiale nel settore delle telecomunicazioni, ed è forse la chiave di lettura più autentica anche del suo impegno sociale. Tale energia è testimoniata anche da Ida Linzalone, segretario generale della Fondazione Vodafone Italia, milanese, classe 65: anche se «una delle difficoltà più grandi che ho incontrato in questa mia attività», ci racconta «è proprio il fatto di proporre una grande impresa non solo come attenta all?immagine o al fatturato ma anche alla propria comunità». E&F: Quando nasce la Fondazione Vodafone Italia ? Ida Lanzilone: La fondazione è stata costituita il 4 aprile 2002, proprio quattro anni fa, per volontà della casa madre inglese di creare in quasi tutti i paesi in cui è presente l?azienda (oggi sono 27 nel mondo con 23 fondazioni locali attive) una sponda sociale che consenta alle comunità locali di provare a risolvere alcune delle situazioni di disagio più importanti. Tutto ciò senza considerare le attività di responsabilità sociale che restano in capo alla company. E&F: Attraverso quali meccanismi si finanzia la fondazione ? Lanzilone: La fondazione riceve ogni anno due contributi, uno dalla fondazione inglese e uno dalla Vodafone Italia, per un totale che per l?esercizio 2005-2006 ha quasi raggiunto i 7,5 milioni di euro. Quella italiana, insieme a quella spagnola, sono le due fondazioni locali promosse da Vodafone più importanti in termini di fondi allocati, anche perché il totale ricevuto, meno un 10% circa di spese di gestione (prevalentemente spese che riguardano il personale), viene completamente destinato ai progetti a favore della comunità. E&F: A chi vengono erogati i fondi ? Lanzilone: La scelta che abbiamo fatto in questi anni è stata di sostenere progetti nell?ambito sociale mettendo da parte i settori dell?ambiente e della cultura. Più nello specifico ogni anno scegliamo alcune aree in cui concentrare l?intervento e che nell?esercizio appena chiuso sono state l?infanzia disagiata, gli anziani e l?immigrazione di seconda generazione. Abbiamo sostenuto complessivamente 50 progetti e nella scelta ci siamo attenuti moltissimo alle valutazioni fatte dal nostro comitato scientifico, composto da cinque personalità provenienti dal mondo della società civile, del giornalismo e dell?università, che garantiscono, oltre alla sensibilità e alle competenze, il ?distacco? da eventuali logiche di business. Il progetto forse più innovativo è stato quello dell?associazione Cometa di Como all?interno del quale siamo intervenuti non solo per aiutare i minori a rischio di drop-out scolastico, ma li abbiamo anche sostenuti nell?inserimento nel mercato del lavoro attraverso il supporto dei nostri specialisti del customer care che gli hanno insegnato le tecniche per poter occuparsi efficacemente dei clienti. Gli interventi della Fondazione Vodafone Italia devono essere tutti finalizzati a beneficiari italiani perché il tema internazionale viene sostenuto direttamente dalla fondazione inglese con un budget cospicuo, pari a circa 8 milioni di sterline all?anno. Un?ultima annotazione: ci piacerebbe sostenere molto di più progetti provenienti dal Sud Italia, anche se ancora oggi per un buon 70% finanziamo iniziative del Centro-Nord. E&F: Come siete organizzati ? Lanzilone: La fondazione ha un consiglio di amministrazione e un presidente che provengono dal management di Vodafone. Lo staff invece è composto, oltre che dalla sottoscritta, da altre sei persone che provengono sempre dal personale Vodafone, questo come testimonianza di una partecipazione e di un impegno, anche in termini di competenze, che l?azienda mette a disposizione della fondazione. In tal senso mi piace sempre citare il progetto Fellow che oltre a farci risparmiare i ?soldini? per il monitoraggio dei progetti ha consentito a 30 colleghi di Vodafone di prestare il proprio impegno volontario nella verifica della realizzazione dei progetti. E pensare che le candidature tra i dipendenti sono state ben 170. È il chiaro segno di una condivisione di obiettivi e di una vicinanza dell?azienda per tutte le nostre attività. Info: www.fondazionevodafone.it


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