Cultura

Il padre ritrovato, un viaggio nel tempo

L’Africa è un bambino di otto anni che corre scalzo a perdifiato, lontano da casa, tra l’erba alta della savana che acceca, sulla terra secca spaccata dal caldo ...

di Redazione

L?Africa è un bambino di otto anni che corre scalzo a perdifiato, lontano da casa, tra l?erba alta della savana che acceca, sulla terra secca spaccata dal caldo, scavalca le rocce con il cuore che batte all?impazzata, un respiro che vibra violenza, fino alle fortezze delle termiti. È un libretto di meno di cento pagine che tiene il cuore sotto pressione, l?ultimo uscito dalla memoria e dalla penna di Le Clézio. Solo a distanza di sessant?anni, e dopo molti libri, lo scrittore francese decide di raccontare la sua vita in Africa, e il suo viaggio, a otto anni, per andare a incontrare un padre che non aveva mai conosciuto.

La scoperta dell?Africa e la scoperta del padre – nel 1948, finita la seconda guerra mondiale – assumono due dimensioni contrapposte. La prima è di selvaggia libertà, è la violenza delle sensazioni e la potenza delle natura africana, dei corpi, dei temporali. Un abisso la separa dall?infanzia trascorsa a Nizza, al sesto piano di un palazzo borghese, con un giardinetto dove ai bambini era vietato giocare.

Il padre è medico dell?esercito britannico nell?Africa equatoriale. Jean Marie, con il fratello e la madre, va a raggiungerlo dopo la separazione imposta dalla guerra. È l?impatto con un estraneo, con un uomo duro e rigoroso, temprato dalla solitudine e da una vita estrema.

Tra le tante regole, impone ai figli di portare sempre calze di lana e scarpe lucidate, di cui loro si liberano appena esce di casa per andare al lavoro, per correre scalzi nella prateria, infinita come il mare, che si apre davanti a casa. Il sentimento per il padre passa per l?indifferenza, il boicottaggio, fino a toccare le punte dell?odio, anche dopo il ritorno di tutta la famiglia in Francia. Solo il tempo riesce a dischiudere davanti agli occhi del figlio l?identità del padre, i suoi insegnamenti, la sua spiritualità senza orpelli, le ferite lasciate dalla guerra e dalla solitudine.

È lui, il padre, ?l?africano?. Un uomo che aveva sognato la rinascita dell?Africa. E che smette di sognare dopo il massacro del Biafra nel 1968, quando Francia, Usa e Urss combattono la loro guerra per procura in Nigeria per assicurarsi il petrolio, e la fanno passare per una guerra etnica e religiosa. Le Clézio riesce a dirlo dopo che si è riconciliato con il padre: «È all?Africa che voglio continuare a tornare, alla mia memoria di bambino. All?origine dei miei sentimenti e delle mie decisioni». Sessant?anni dopo può regalarci questo ritratto dell?Africa, da africano.

J.M.G. Le Clézio
L?africano
Instar Libri,
pp. 99, euro 10

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