Mondo

Terrorismo: è ancora strage nelle Filippine

Due bombe hanno seminato morte e distruzione oggi in una affollata zona commerciale di Zamboanga, capoluogo a maggioranza cristiana di Mindanao

di Redazione

Due bombe fatte esplodere a mezz’ora di distanza l’una dall’altra hanno seminato morte e distruzione oggi in una affollata zona commerciale di Zamboanga, capoluogo a maggioranza cristiana di Mindanao, isola a musulmana nelle Filippine meridionali. I morti sono almeno sei, i feriti oltre 140, alcuni in gravi condizioni. Fra le vittime non ci sono stranieri. I sospetti si sono subito concentrati sulla guerriglia separatista islamica del gruppo integralista Abu Sayyaf, che da anni lotta a colpi di bombe, agguati, rapimenti per instaurare uno stato islamico governato dalla sharia; ma, dopo la strage di Bali, non viene esclusa la responsabilita’ della Jemaah Islamiah, il misterioso gruppo indonesiano che sarebbe legato a Al Qaida, adesso al centro dei sospetti per l’attentato alla discoteca di Kuta Beach (oltre 180 morti). La prima bomba e’ esplosa verso mezzogiorno (le 06:00 italiane) nel reparto ortofrutticolo al piano terreno del supermercato Shop-o-Rama, a quell’ora gremito di acquirenti. La seconda bomba e’ esplosa alcuni minuti dopo, in un supermercato vicino. Due poliziotti, tre donne, un bambino sono stati uccisi sul colpo. Un cadavere era stato decapitato dall’esplosione. Almeno 20 dei feriti sono in gravi condizioni, alcuni con mutilazioni. Subito dopo le esplosioni nella zona, disseminata di detriti e di corpi, si e’ scatenato il panico. Altri sette ordigni sono stati trovati e neutralizzati dagli artificieri, secondo quanto hanno detto fonti militari. ”Le esplosioni erano evidentemente coordinate – ha detto il nuovo comandante della regione militare meridionale, insediatosi solo poche ore prima, generale Narciso Abaya -. Prendono di mira posti affollati, gremiti di civili”. La polizia ha detto che sta interrogando 16 persone, fra cui due cittadini turchi e un malaysiano. Organi di informazione locali hanno detto che sono stati fermati anche quattro pachistani. ”Tutti i gruppi che costituiscono una minaccia sono sospettati per questi attentati, inclusa la Jemaah Islamiah… e altri”, ha detto in una conferenza stampa a Manila il tenente colonnello Danilo Servando, vice portavoce delle forze armate. La Jemaah Islamiah e’ il gruppo misterioso che avrebbe la sua base in Indonesia e che secondo le autorita’ di Singapore e della Malaysia e’ legato alla rete Al Qaida di Osama bin Laden. Mindanao e’ l’epicentro della rivolta separatista islamica condotta con attacchi armati, attentati dinamitardi e rapimenti di cittadini filippini e stranieri in particolare dal gruppo Abu Sayyaf, che per gli Stati Uniti e’ legato a Al Qaida. A Zamboanga sono stati dispiegati 260 soldati americani, dei 1.000 inviati nelle Filippine, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, per aiutare il governo di Manila a combattere il terrorismo. L’attentato e’ il terzo nelle Filippine meridionali dall’inizio del mese. Il 2 ottobre scorso presunti esponenti di Abu Sayyaf avevano fatto esplodere un ordigno sempre a Zamboanga causando la morte di un soldato americano e di tre filippini, mentre un’ altra ventina di persone era rimasta ferita. Il 10 ottobre sei persone sono morte ed altre dieci sono state ferite in un attentato ad una fermata di autobus a Kidapawan, attibuito ai guerriglieri comunisti del Nuovo esercito del popolo


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