Non profit

Italiani, i solidali e i diffidenti

Oltre l’80% della popolazione si impegna con donazioni e volontariato. Tra chi non dona, in molti no si fidano delle ong. Di Francesco Morace

di Redazione

Italiani, popolo di donatori. Questo, in sintesi, il risultato dell?indagine su solidarietà e sostegno a distanza realizzata per Intervita da Future Concept Lab. Le risposte fornite da un campione rappresentativo della popolazione italiana delineano un quadro molto incoraggiante per il mondo del non profit. Alcuni dati: il 97,5% degli intervistati ritiene la solidarietà un valore fondamentale e l?83,4% alle parole fa seguire i fatti, contribuendo concretamente attraverso attività di volontariato o donazioni in denaro. Molto apprezzato il sostegno a distanza: ben il 31,2% degli intervistati l?ha praticato almeno una volta, perché consente di impegnarsi in maniera profonda e continuativa. Emerge un paese sensibile alle iniziative di solidarietà promosse dai mezzi di informazione, tv in particolare, e in gran parte (89,2%) convinto dell?utilità delle organizzazioni con scopi benefici. L?impegno concreto si realizza prevalentemente in maniera spontanea e all?interno della rete di relazioni dell?individuo, senza passare attraverso la mediazione di grandi associazioni (come le charities del mondo anglosassone). Esiste insomma una via italiana alla solidarietà, che abbiamo definito ?individualità solidale? e che combacia con la tendenza a prediligere la libera espressione individuale. La sensibilità nei confronti di solidarietà e sostegno a distanza è decisamente cresciuta negli ultimi anni: la stessa ricerca, condotta 10 anni fa, avrebbe fornito risultati diversi. Oggi, anche grazie a un turismo di massa sempre meno costretto nei limiti del viaggio organizzato, è maturata una maggiore consapevolezza dell?esistenza di realtà affascinanti ma bisognose di sostegno per procedere nel loro sviluppo. Purtroppo non sempre questo potenziale viene sfruttato al meglio. Le associazioni e gli operatori del settore hanno infatti difficoltà a elaborare una visione comune, che consenta di trasmettere un?immagine di solidità e affidabilità. Ne consegue, da parte dei potenziali donatori, una percezione di insufficiente trasparenza: il 25% degli intervistati che dichiarano di non aver mai fatto sostegno a distanza adduce come motivazione la «poca fiducia», e il 17,6% riferisce di non essere convinto che i soldi donati arrivino a destinazione. È quindi indispensabile che associazioni e ong imparino a fare rete e puntino su grandi progetti condivisi: in tal modo anche nel nostro paese diventerà sempre più automatico tradurre il desiderio di dare un contributo in un impegno concreto. Di Francesco Morace(presidente Future Concept Lab) Un percorso di crescita «Sappiamo molto bene che il sostegno a distanza è uno strumento di aiuto che richiede impegno, consapevolezza e un entusiasmo che va al di là dell?emozione del momento». Monica Consonni, direttore generale di Intervita, spiega il senso della ricerca avviata con Future Concept Lab : «Vuole essere un nuovo modo di capire come il sostegno a distanza sia vissuto per poterlo comunicare al meglio, tenendo conto di tutti i valori e le complessità che porta con sé. Passare dall?adozione al sostegno significa aggiungere consapevolezza all?aspetto emotivo dell?aiuto al bambino, che non viene messo da parte ma contestualizzato in un percorso concreto e coerente di crescita». Tutti i dettagli sul sostegno a distanza li trovate sul sito www.intervita.it

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