Formazione

Colf e badanti, firmato il nuovo contratto nazionale

Coinvolte 500 mila lavoratrici. L'analisi ragionata di Pina Brustolin, responsabile nazionale di Acli colf

di Redazione

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Domestico, scaduto nel marzo 2005, dopo due anni di trattative, è stato firmato presso il Ministero del Lavoro (alla presenza del Ministro Ferrero) ed entrerà in vigore dal primo marzo 2007. La Responsabile Nazionale delle Acli Colf Pina Brustolin, che ha partecipato alle trattative, valuta positivamente i cambiamenti introdotti dal nuovo contratto, in particolare quelli che contribuiscono a chiarire i vari rapporti di lavoro che si possono instaurare nell’ambito familiare. Ricorda che il contratto interessa oltre un milione di addette/i e altrettante famiglie, di cui solo 500.000 lavoratrici risultano iscritte all’INPS ( dati al 31.12.2003). Si tratta di una categoria socialmente indispensabile per il supporto dato alle famiglie – in assenza di adeguati servizi domiciliari- nella cura degli anziani, malati auto e non autosufficienti. Le nuove classificazioni, previste su otto livelli, recepiscono i mutamenti professionali, speculari ai bisogni di lavoro di cura, in particolare degli anziani, distinte dalla – pur importante- riorganizzazione delle mansioni di gestione/organizzazione del lavoro domestico. I livelli salariali introdotti, che in linea di massima corrispondono alle paghe reali esistenti sul mercato, riconoscono alle collaboratrici familiari conviventi un aumento di 170 euro mensili, da corrispondere in due tempi: il primo a marzo 2007 e il secondo a gennaio 2008; viene altresì riconosciuta e incentivata la formazione professionale dell’ ?assistente familiare?. Pina Brustolin sottolinea che l’istituzione di una specifica Cassa Malattia presso l’INPS, con oneri a carico delle parti: famiglia/lavoratrice, rappresenta una parziale soluzione alla lacuna legislativa che esclude i lavoratori domestici da questo diritto. Come Responsabile Nazionale Acli Colf, ribadisce che restano – a tutt’oggi- irrisolte tutte le annose questioni che determinano pesanti discriminazioni di carattere previdenziale, quali: pensioni, malattia, maternità, disoccupazione, assegno al nucleo, etc. che vengono corrisposte in forma ridotta per effetto della contribuzione convenzionale prevista dalla legge 1403/71 e successive norme. Le Acli Colf chiedono alle Istituzioni competenti: 1/ di riscrivere ex novo la suddetta legge; 2/ di regolamentare il mercato del lavoro, tramite soggetti pubblici e/o privati già esistenti sul territorio, che gestiscano la domanda e l’offerta di lavoro, superando la diffusa illegalità, garantendo il rispetto delle norme e dei diritti del lavoro; 3/ di istituire il nuovo profilo professionale delle ?assistenti familiari?; 4/ di riconoscere il valore sociale del lavoro di cura tramite sostegni al pagamento dei costi del lavoro e degli oneri sociali alle famiglie che sono sempre più in difficoltà a causa dei bassi redditi. Le suddette norme richiedono interventi di natura legislativa che solo il Parlamento e il Governo possono attuare.


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