Anfaa: ma a qualcuno sta a cuore il bene dei bambini?

Ubi Minor, il Coordinamento toscano che raccoglie molte delle associazioni che si occupano di Minori, segnala che ?cinque mesi fa a Viareggio è nato un bimbo che ha presentato crisi di astinenza. Quando aveva tre mesi, finite le terapie a scalare, la Comunità di Giovanni XXIII ha offerto la disponibilità ad ospitarlo in una casa-famiglia fino alla definizione giuridica della sua situazione visto che i genitori che lo avevano riconosciuto non se ne erano più interessati. L’altra settimana invece il bimbo è stato avviato all’istituto degli Innocenti.?

Ancora una volta il diritto di un bambino di cinque mesi viene calpestato, ancora una volta del bene del bambino non importa a nessuno (o quasi).

Neppure al Tribunale per i Minorenni di Firenze che ha ricoverato M?. all’Istituto degli Innocenti in dispregio a quanto prevede l’art. 2 della Legge 184/83 che, per i minori temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo, dice espressamente: “Ove non sia possibile l’affidamento (ad una famiglia, n.d.r.) ? per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare”.

Qualcuno potrebbe pensare che un tale misfatto sia stato realizzato solo perché non c’erano famiglie disponibili ad accogliere questo bambino che, da quando è nato, vive in ospedale ma non è vero: ben quattro famiglie hanno dato la loro disponibilità ad accoglierlo.

Ed intanto, così dice il Comunicato Stampa di Don Oreste Benzi, ?Il piccolo M?? riscontra già segni di disturbo comportamentale, anaffettività e sofferenza tipica di ogni bambino ospedalizzato o istituzionalizzato?.

Quanto dovremo aspettare ancora perché qualcuno di prenda veramente a cuore il bene di M?.. e di tutti quei bambini che si trovano nelle sue condizioni? Quanto dovranno aspettare i bambini perché il loro diritto alla famiglia venga riconosciuto?