Cultura

Attenti, i rischi sono altissimi

I 'viaggi della speranza'. L’allarme di uno dei più accreditati ricercatori italiani, Angelo Vescovi: «Non sappiamo come purificano le cellule»

di Redazione

Non ne fa una questione etica Angelo Vescovi, condirettore del Centro studi di ricerche sulle cellule staminali del San Raffaele a Milano. «Il problema non è che Huang e Smikodub usano cellule prelevate da feti abortiti». No, i ?veri? problemi sono altri. Li elenca uno a uno. «Mancano prove e organi indipendenti di controllo; il pericolo di tumori è altissimo; non si sa neanche come vengano trattate le cellule trapiantate». E già questo basterebbe a prendere le distanze. Ma non è tutto. «Siamo di fronte a venture commerciali». Già, intorno al miracolo delle staminali è nato un business.

Vita: Professore chi ne paga le conseguenze?
Angelo Vescovi: C?è gente che si vende la casa. Ho conosciuto direttamente una signora di Ancona disposta a farlo per andare in una clinica in Olanda, che poi è stata chiusa qualche mese fa. Lì trapiantavano cellule da cordoni ombelicali. Per la sclerosi multipla si fanno trapianti delle staminali sanguigne, ma non da cordone ombelicale: da donatore adulto. Lo fanno al San Raffaele e al San Martino a Genova. è una terapia comprovata, ma solo su casi specifici. Questi signori facevano la diagnosi al telefono e dicevano di fare trapianti di cellule staminali del cordone ombelicale a pazienti che non avevano mai visto. Un giorno ho chiamato presentandomi, mi hanno attaccato il telefono in faccia.

Vita: In Svizzera sono nate società come la Beike Europe che fanno da tramite con la Cina…
Vescovi: Quello che stanno facendo in Svizzera è inaccettabile. Siamo all?assurdo. Si è pensato a creare delle venture commerciali prima ancora di fornire prove di validità a tutta la comunità scientifica internazionale. Il vero problema è che i pazienti vengono lasciati alla sbando, liberi di pensare che da qualche parte nel mondo ci sia qualcosa in grado di farli guarire. È una vergogna.

Vita: I miglioramenti a volte sono visibili anche a un occhio inesperto. I rischi invece quali sono?
Vescovi: Non lo sappiamo. Huang in persona mi ha mostrato dei filmati di suoi pazienti prima e dopo i trattamenti. Anche un cretino vedrebbe che stanno meglio. Ecco perché dico che va valutata l?ipotesi che qualcosa di vero ci possa essere, perché non siamo di fronte a chi dice di aver trovato la soluzione per la fusione a freddo. C?è qualcuno che dice di poter salvare persone in pericolo di vita. Il problema è che non siamo in grado di valutare la veridicità di quello che sostengono. Ci mettono nella condizione di dire ?chissà, forse?, ma solo per rispetto nei confronti dei pazienti. Scientificamente quello che dimostrano è difficile da accettare. La sola via d?uscita è una sperimentazione seria, nel rispetto delle regole della scienza. Anche se ci volessero 5 o 10 anni, sarebbero ben spesi. La letteratura scientifica dice che là dove porti cellule sane, di varia natura, anche di origine sanguigna, in un contesto cerebrale malato, ottieni un effetto terapeutico. Ecco perché dobbiamo mantenere la mente aperta. Ma servono sperimentazioni regolate e riproducibili. Allo stato attuale dell?arte chiunque si sottoponga a un intervento di Huang e Smikodub corre altissimi rischi. Dicono di purificare le cellule con tecniche di separazione d?avanguardia, ma non spiegano come. Huang per esempio le preleva da feti abortiti, il che significa che escono da un utero, quindi da una zona contaminata: il rischio di tumori è alto. A me risultano tre casi di meningite di pazienti tornati dalla Cina. Per di più i feti sono diversi l?uno dall?altro: non è sicuro che l?effetto ottenuto su un malato sia uguale anche per gli altri. I tempi sono maturi per una sperimentazione di questo genere: ma solo in modo rigoroso e controllato.

Vita: Chi si è sottoposto dice di aver tratto benefici. Pare si senta un senso di rilassamento dei muscoli che consente poi qualche movimento in più…
Vescovi: C?è un effetto placebo. I pazienti sono gli unici a non poter dare una valutazione oggettiva, sono troppo coinvolti. Se fanno lo stesso trattamento su un altro soggetto può essere che non funzioni più, perché non sono le stesse cellule. Non sanno neanche cosa iniettano. è un terno al lotto: per uno che sta bene,10mila stanno male.

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