Volontariato

Se la scuola insegna a fare l’impresa

Non ci sono solo gli incubatori di impresa dell’università. C’è un ente non profit, junior achievement italia, che prova a portare l’economia tra i banchi...

di Chiara Brusini

Non solo incubatori universitari: i primi passi nel mondo dell?imprenditoria si muovono già negli anni della scuola. Obiettivo ambizioso, che diventa raggiungibile grazie all?aiuto dei manager delle aziende partner di Junior Achievement Italia, una non profit che offre alle scuole programmi mirati ad avvicinare gli studenti ai temi economici e alla cultura d?impresa. Durante le scuole primarie si familiarizza con i concetti economici elementari, alle superiori ci si mette all?opera: il programma Impresa in azione prevede che le classi di studenti dai 17 ai 19 anni, supportate da esperti d?azienda (nella veste di volontari), elaborino un progetto imprenditoriale che culmina nella creazione di un?impresa vera e propria, in grado di realizzare un prodotto o fornire un servizio. Gli istituti scolastici che sviluppano le idee migliori partecipano al premio nazionale Migliore Impresa JA, e la scuola vincitrice ha l?opportunità di rappresentare l?Italia alla competizione europea organizzata da Junior Achievement – Young Enterprise Europe, organizzazione basata a Bruxelles a cui aderiscono 41 paesi. Ogni anno in tutta Europa oltre 850mila studenti seguono i programmi Junior Achievement. Tra loro, indubbiamente, ci sono alcuni dei manager di domani. Ma Miriam Cresta, executive director di Junior Achievement, ci tiene a sottolineare che «il vero obiettivo non è creare schiere di studenti bocconiani». Studium: Perché, allora, partire già dalla scuola? Miriam Cresta: Crediamo sia importante che, fin dalle elementari, i cittadini di domani si rendano conto che dietro l?economia ci sono le persone che ci lavorano, con il loro patrimonio di creatività e innovazione. Alle medie insistiamo sull?importanza della formazione per entrare nel mercato del lavoro, alle superiori tutto questo viene messo in pratica con una vera esperienza imprenditoriale. Ma creare nuovi manager non è la priorità: piuttosto, vogliamo che i giovani siano ?attrezzati? per affrontare il mondo del lavoro che li aspetta. Ecco perché i progetti comprendono giochi di ruolo in cui si simula un colloquio, o si impara a scrivere un curriculum… Studium: Come vengono accolte le iniziative di JA all?interno delle classi? Cresta: È la scuola stessa, su richiesta di insegnanti e studenti, a chiederci di attivare un programma. Gli insegnanti ne ricavano spunti per un insegnamento meno frontale (la lezione ex cathedra è ancora diffusissima), mentre i ragazzi di solito sono spaventati dalla nuova responsabilità ma anche orgogliosi di partecipare. All?inizio mostriamo loro il dvd della cerimonia di premiazione della migliore impresa alla Borsa di Milano: per loro è un bello stimolo, un traguardo a cui puntare. Studium: Quali sono le fasi di elaborazione dell?idea di business? Cresta: Per qualche mese gli studenti lavorano autonomamente, insieme all?insegnante, per individuare il campo d?azione dell?azienda che vogliono creare. In base alla tipologia prescelta – ad esempio, azienda di servizi o di prodotti – JA affianca alla classe un esperto d?azienda, che può essere un dipendente delle nostre imprese partner (attualmente una ventina) o un imprenditore locale con cui siamo in contatto. Col suo aiuto i ragazzi elaborano tutta la struttura aziendale: organigramma, prodotto, materie prime, ciclo produttivo. Devono anche tenere le assemblee con i soci e, a fine anno, presentare il bilancio. Ognuno di loro ha un ruolo ben preciso all?interno dell?azienda: ci sono il presidente, il cda, i responsabili dei vari servizi… Studium: Quali invece i vantaggi per l?altra realtà coinvolta, ovvero il mondo profit? Cresta: Per le nostre aziende partner il volontariato rientra nella csr: può essere inserito nel Bilancio sociale o nelle relazioni aziendali ed è un modo innovativo per affermare il proprio ruolo all?interno della comunità locale. In più è uno strumento particolarmente valido sia per rafforzare il senso di motivazione e appartenenza all?azienda dei dipendenti sia per invitarli ad attivare competenze nuove, trasversali, che nel lavoro quotidiano non vengono sfruttate. Quindi anche per le realtà profit c?è un ritorno importante. Studium: E i dipendenti come la prendono? Cresta: All?inizio in azienda c?è un certo scetticismo, poi attraverso il passaparola si diffonde l?entusiasmo per la nuova sfida. Essendo un?esperienza molto stimolante, sempre più persone danno la propria disponibilità a partecipare. Finora più di 250 esperti d?azienda in tutta Italia sono entrati in contatto con gli studenti aderendo ai nostri programmi.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA