Formazione

Nidi, prove di integrazione in Puglia

Infanzia: una due giorni a Taranto. Nella regiona laboratorio della sussidiarietà, riuniti esperti e operatori sul campo

di Redazione

Ci vuole un intero villaggio per far crescere un bambino ?molti attori una sfida condivisa. Questo il titolo della due giorni organizzata il 26 – 27 gennaio a Taranto da Luoghi per Crescere in collaborazione con la Regione Puglia, la Provincia di Taranto, Welfare Italia, CISQcert, Confcooperative Taranto,Consorzio Solidale di Taranto. Alla due giorni hanno partecipato oltre 200 persone, in gran parte operatori della cooperazione sociale e dei servizi alla prima e seconda infanzia, ma anche amministratori e dirigenti pubblici. Nell?arco dei due seminari i contributi di una ventina di esperienze italiane. Ad introdurre, una relazione di Anna Maria Candela, dirigente dell?assessorato alla Solidarietà della Regione Puglia che ha presentato la nuova legge regionale 19/2006 sul sistema integrato dei servizi sociali per l?infanzia 0-18: «L?obiettivo è quello di applicare in pieno la sussidiarietà adattando l?offerta alle specifiche richieste di ogni famiglia e garantendo, in più, interventi standardizzati e certificati. Un progetto ambizioso che richiede uno stanziamento ingente di quasi 20 milioni di euro. Si tratta per la Puglia di rifondare il sistema di servizi all?infanzia nell?ottica della flessibilità e della qualità autorizzate in tutto il territorio regionale». «L?idea», ha sottolineato Irene Milone, presidente del consorzio Nuvola, «è che dalla Puglia possa partire un segnale, un?inversione di tendenza: è la comunità al centro; i servizi sociali sono servizi di comunità; il welfare non deve essere mai più solo erogazione di servizi ma ricostruzione di risorse di comunità». «Il sistema dei servizi negli ultimi anni si è sviluppato grazie al privato sociale, si è verificata la sostituzione della centralità dei Comuni col privato sociale», ha sottolineato Aldo Fortunati, direttore dell?Istituto degli Innocenti di Firenze. «Deve svilupparsi però la condizione per l?effettiva integrazione che è non tanto un esame di competenze; si tratta piuttosto di capire in che termini la politica può supportare lo sviluppo di esperienze caricandosi delle responsabilità per esplicitare requisiti e regole della qualità e attraverso la messa a disposizione di risorse». «La sussidiarietà», ha spiegato Claudia Fiaschi, vicepresidente del Gruppo Cgm – Welfare Italia, «si gioca nella capacità di tutti di giocare un ruolo coerente con la propria natura e condiviso negli obiettivi. Le regole del gioco devono essere chiare: allo Stato compete in modo esclusivo la tutela dei diritti della famiglia e dei bambini, cioè concentrare le risorse per fare leggi che definiscono le caratteristiche di qualità e decidere con quali forme di controllo tutelare questi diritti. I sistemi che hanno affidato lo sviluppo dei servizi alle regole di mercato (modello Usa) hanno generato profonda discriminazione. Oggi non è più il caso di discutere su chi gestisce bensì bisogna tenere il focus su chi garantisce i diritti. La cooperazione sociale, oltre a dare dei servizi, deve generare comunità. Se la cooperazione non fa questo, forse non vale la pena affidarle servizi». La sfida di un patto comune per costruire una comunita educativa e un nuovo welfare delle responsabilità continua.


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