Formazione

Povertà: l’appello di Save the Children

Save the Children segnala anche l'allarme per la situazione italiana in occasione della Giornata mondiale Onu di lotta alla povertà.

di Redazione

Ogni giorno 30 mila bambini muoiono a causa della povertà. Ciò significa che ogni 3 secondi una giovane vita viene stroncata dalla fame, dalla mancanza di medicine e cure adeguate, da malattie provocate da condizioni di vita malsane. 600 milioni di bambini, un quarto di tutti i bambini del mondo, vivono in condizioni di assoluta povertà. Ogni anno 12 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni muoiono per malattie di facile prevenzione, e milioni di altri bambini si ammalano a causa dell?acqua contaminata e di condizioni igieniche precarie. Oltre il 40% della popolazione mondiale è costituito da ragazzi con meno di 15 anni. Per loro la minaccia più grande è rappresentata dalla povertà. Milioni di ragazzi poveri sono tagliati fuori dal diritto all’istruzione, dall’assistenza sanitaria, dalla possibilità di un futuro migliore. In occasione della giornata mondiale di lotta alla povertà promossa per oggi dall’Onu, Save the Children lancia un appello alla comunità internazionale affinché vengano adottati al più presto provvedimenti per porre rimedio a una situazione non più tollerabile. Save the Children è convinta che la povertà non sia inevitabile. E’ però assolutamente necessario che la comunità internazionale inverta una tendenza che nell’ultimo decennio ha avuto effetti catastrofici: negli anni Novanta i Paesi più ricchi hanno infatti ridotto del 48% il loro aiuto ai Paesi poveri. Nonostante le strategie di riduzione della povertà dichiarate dalle istituzioni finanziarie internazionali, l?apertura al ?libero mercato? ha portato in molti Paesi gravi squilibri che continuano a negare i diritti di base a milioni di persone, in particolare donne e bambini. Servizi essenziali come acqua e ospedali sono divenuti pressoché inaccessibili per la maggior parte della popolazione dopo essere stati ceduti a compagnie private. Le richieste di Save the Children alla comunità internazionale si articolano in cinque punti. 1)Più investimenti a lungo termine per migliorare il livello dell’assistenza sanitaria e la qualità dell’istruzione. 2) Investimenti negli aiuti umanitari, in coerenza con gli obiettivi prefissati dalle Nazioni Unite. Troppe volte i singoli Paesi non hanno dato seguito agli impegni presi in sede Onu. 3) Devono esserci garanzie che la liberalizzazione dei mercati non metta a repentaglio i diritti alla salute, all’alimentazione e a un’abitazione sicura. 4) I bambini devono sempre essere al primo posto nella lotta dei governi contro la povertà. 5) Sono indispensabile maggiori investimenti nella cura e nella prevenzione dell’Aids. La situazione italiana Sarebbero un milione 704mila i minori poveri nel nostro Paese (pari al 16,9 % di tutti i minori italiani), secondo una ricerca effettuata nel novembre 2001 dalla Commissione di indagine sull’esclusione sociale insediata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il 12,8% delle famiglie con un minore era sotto la linea di povertà. Dal 1999 al 2000 l’incidenza di povertà tra le famiglie con almeno un figlio minorenne è aumentata dell’1,2%. ?E? necessario che i bambini non siano più ?invisibili? nella determinazione delle politiche economiche, finanziarie e commerciali?, dichiara il Direttore di Save the Children Italia Angelo Simonazzi. ?Queste politiche hanno infatti una diretta relazione con la possibilità o meno di realizzare i diritti di ogni bambino a qualsiasi latitudine del pianeta?. In Italia – nota Save the Children – la misurazione della povertà economica è oggetto di discussione. Ufficialmente si definiscono povere quelle famiglie di due persone la cui spesa mensile per consumi è inferiore alla spesa media per consumi per persona nel Paese. Uno studio della Banca d’Italia ha applicato sistemi differenziati di calcolo della povertà e ha concluso che la presenza di un minorenne costituisce un forte elemento di rischio di povertà. Save the Children auspica l’introduzione da parte dell’Istat di un sistema di calcolo della povertà che tenga conto del peso diverso attribuibile a membri familiari di età diversa, con un’attenzione particolare ai minori di 18 anni. E’ necessario inoltre uno studio specifico sulla povertà dei minori nomadi ed extracomunitari, generalmente esclusi dalle indagini di questo tipo. L’organizzazione chiede inoltre l’accesso prioritario e forme di protezione sociale per quelle famiglie con minori considerate a maggiore rischio di povertà.


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