Famiglia

Maroni versus Forum. Il duello

Prima la delusione per un programma con troppi politici. Poi la polemica lanciata dal ministro sulla mancanza di rappresentatività dei vertici.

di Benedetta Verrini

“Ah, questi bolscevichi!”. Grazia Sestini aspettava al varco Edo Patriarca. Nelle mani teneva un lancio d?agenzia dal sapore un po? polemico: ?Forum, Arezzo rischia di essere una delusione?. Per la Conferenza nazionale del volontariato, la quarta in ordine assoluto, la prima gestita da un governo di centrodestra, è stato subito un inizio in salita. «Percorso preparatorio poco condiviso, troppo poco spazio alle associazioni, nessun titolo», riferiva l?agenzia, datata venerdì ore 15:21. Accuse vere? La Conferenza, ospitata al Centro congressi della città toscana, con una scenografia un po? spoglia (ma tutta l?organizzazione sarà da rivedere), doveva smentire o confermare. Battute a parte, i buoni propositi non mancavano: «I gruppi di lavoro ci sono, metteremo a frutto gli spazi che abbiamo ottenuto», ha voluto subito precisare Patriarca. Primi petardi… Ma non passa un?ora e l?armistizio è già rotto. Il ministro Roberto Maroni, in conferenza stampa, ribadisce un concetto già espresso qualche giorno prima: il volontariato deve darsi delle rappresentanze. Come se il Forum già non lo fosse, o non lo fosse abbastanza. E poi lancia il suo affondo: trasformiamo l?agenzia delle onlus «in una vera Authority, un organo di autoregolamentazione indipendente dal governo, in grado di governare in modo virtuoso il settore, mettendo fuori gioco le associazioni nate per altri scopi». In altre parole, trasformiamo l?Authority in un vero e proprio organismo di rappresentanza istituzionale. Una prospettiva che non dispiace allo stesso Ornaghi, presidente dell?attuale Agenzia. Il quale infatti il giorno dopo, sabato, rilancia: ok alla funzione di controllo, ma non in modo esclusivo. «Più di questo vedo una funzione di sostegno al mondo del non profit, di riferimento importante e di raccordo tra volontariato e istituzioni», precisa Ornaghi. Qualcuno comincia a domandarsi se dietro a queste dichiarazioni non ci sia un obiettivo, magari quello di mettere in un cantuccio il Forum del Terzo settore, sostituendolo con un nuovo interlocutore ?privilegiato? nel dialogo con le istituzioni. Comunque, come Patriarca aveva preannunciato, i tavoli di lavoro ?lavorano? sodo: sale traboccanti di gente, dibattiti appassionati, e contributi tecnici di qualità. …e fuochi d?artificio È domenica mattina. E non si preannuncia una domenica di pace. Alla presentazione delle conclusioni dei gruppi di lavoro non c?è nessuno del governo. Emanuele Alecci, coordinatore del gruppo sulla 266 e presidente del Movi, lo sottolinea chiaramente. Dalla platea insorge Guido Bolaffi, capo dipartimento al Welfare. Ma dal palco arriva una replica: «Con tutto il rispetto per i dirigenti, qui mancano i politici». Il programma prevede un?ora e mezza per i sei interventi. Il moderatore, Giovanni Anversa, stringe i tempi per lasciare spazio alla tavola rotonda successiva con i ministri Sirchia e Moratti. Qualche relatore se ne risente. Edo Patriarca più di tutti gli altri: ascoltate le relazioni, decide di lasciare la Conferenza. A questo punto ritorna Maroni, chiamato a concludere la tre giorni. E questa volta va davvero a ruota libera. «Non amo la polemica» dice, «e quindi cerco di non farla, ma veramente mi dà fastidio questa doppia morale, soprattutto da parte di chi dice di voler rappresentare il volontariato. Non mi interessano le persone che pubblicamente criticano e privatamente cercano favori. Voglio un confronto con la realtà vera, con chi tutti i giorni opera». Già, come tenere i rapporti con la ?realtà vera?? Il ministro tira fuori dal cilindro la sua idea: una Conferenza permanente del volontariato, a cadenza annuale. L?ipotesi naturalmente accende di applausi la platea. Sui particolari non si sofferma. Del resto, la Sestini stessa non ne sa molto di più. Confida a un amico: «Chissà con quali soldi la faremo?». Passano pochi minuti e nella saletta stampa strapiena di giornalisti Maroni continua il suo affondo contro il Forum: «Il volontariato non ha vertici, è formato da migliaia di associazioni che ogni giorno prestano il proprio servizio», dice rispondendo a una domanda degli inviati di Vita. E la Sestini rincara la dose: «Il Forum non è il volontariato». Intervistato dalla Stampa, Maroni punta il dito contro «rappresentanti e quadri orientati a sinistra». Non fa nomi, ma ribadisce un?altra volta che il volontariato non ha rappresentanze credibili. The day after Ma il Forum è compatto. Sono proprio le associazioni vicine al centrodestra a difenderne a spada tratta la funzione. «Dò atto che ha sempre tenuto fuori dalla porta la tentazione di fare partigianeria politica», sostiene Marco Scurria, presidente del Modavi. Anche Carlo Costalli, presidente dell?Mcl, è d?accordo: «Una spaccatura bipolare nel mondo della solidarietà sarebbe un grave errore. Questo ?strappo? con il ministero può darci lo spunto per aprire una riflessione interna, per capire che nel Forum c?è la necessità di riformarsi sul piano delle strutture, per dare più voce anche alle realtà piccole». Non ha voglia di perder tempo in polemiche anche Luigi Bobba, presidente delle Acli, una delle associazioni più di peso del Forum. Ma una cosa la vuole chiarire: «È del tutto improponibile che l?Agenzia delle onlus si trasformi anche in un soggetto di rappresentanza derivata. L?Agenzia ha tutt?altri compiti e anziché sognare improbabili rappresentanze, cominci a fare ciò che non ha ancora fatto». Vale a dire? «Presenti al Parlamento il rapporto sullo stato di attuazione della legge 460. E dia il via libera a quei titoli di solidarietà sulle attività delle onlus ancora ?congelati?». Poi Bobba coglie al balzo una proposta di Maroni: «Vuole defiscalizzare le donazioni? Bene, cominci a trattare le associazioni come i partiti. Per i quali si possono detrarre sino a 100mila euro e non 2mila come per le onlus». Giorgio Vittadini, presidente della Compagnia delle opere, dal canto suo vede per il Forum un futuro ancora più incisivo: «Stabiliamo una piattaforma base sintetica, e su quella battagliamo». Edo Patriarca raccoglie questo coro unitario e rilancia: «Il Forum non ha certo la pretesa di rappresentare tutti, ma per tenere aperto un dialogo, bisogna che le critiche e i dissensi non vengano subito bollati come di ?sinistra?. Chissà se Maroni lo capirà?». Ha collaborato Riccardo Bagnato


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