Mondo

Pace in Uganda: appello di 50 ong al Mae

50 organizzazioni hanno scritto al ministero Affari esteri per chiedere il sostegno dell'Italia al processo di pace in Nord Uganda.

di Emanuela Citterio

Continua il processo di pace in nord Uganda, dopo oltre 20 anni di guerriglia fra i ribelli del Lord resistance army (Lra) e l’esercito ugandese. Cinquanta organizzazioni italiane hanno chiesto al ministero degli Affari esteri il sostegno dell?Italia al processo di pace.
“Nella sua risposta, arrivata due giorni fa, il Ministero rinnova l’appoggio economico alle trattative in corso per la pace e il sostegno alla cooperazione in Uganda” si legge in un comunicato sottoscritto dalle organizzazioni che hanno sottoscritto l’appello, ?inoltre promette di presentare la questione nelle sedi internazionali e di tenere aperto il dialogo con noi e con la società civile impegnata a favore dell’Uganda”.

La settimana scorsa i colloqui di pace hanno subito un ulteriore battuta d’arresto, dopo la richiesta dei rappresentanti dell’Lra di trasferire i negoziati in Kenya, richiesta rifiutata dal governo kenyano.

Di seguito la lettera inviata al Mae.

All? On. Massimo D?Alema
Ministro degli Affari Esteri

All?On. Patrizia Sentinelli
Viceministro degli Affari Esteri, con delega alla Cooperazione allo sviluppo e relazioni con i Paesi dell’Africa sub-sahariana

Illustrissimo Signor Ministro,
con questa lettera intendiamo sollecitare l?interessamento del Ministero degli Esteri e del Governo italiano, a sostegno del processo di pace nel nord Uganda.
Da vent’anni, le popolazioni di questa regione sono vittime del conflitto tra l?esercito governativo e i ribelli dell’LRA (Lord’s Resistance Army), responsabili, specialmente questi ultimi, di orribili violenze, omicidi, saccheggi, sequestri di minori ridotti in schiavitù, violazioni di diritti umani.
Chi di noi è stato in quei territori ha potuto toccare con mano la gravità della situazione e il progressivo peggioramento delle condizioni di vita, specialmente nei campi profughi, dove un milione e mezzo di persone sopravvivono in condizioni disumane.
I ripetuti appelli alla pace e al rispetto dei diritti umani purtroppo non hanno ottenuto esiti soddisfacenti, come ha riconosciuto anche il vicesegretario dell?Onu, Jan Egeland, dopo una visita nella zona nel 2003: ?Noi, come Nazioni Unite, abbiamo fatto troppo poco. I ‘donors’ internazionali hanno fatto troppo poco. Il governo ugandese ha fatto troppo poco?.
Chiediamo che l?Italia, già presente con religiosi e laici impegnati in missioni e progetti di cooperazione internazionale, ora si attivi con un?azione politica di pace.
Dal 14 luglio sono in corso, a Juba (Sudan), i colloqui tra i rappresentanti delle due parti in conflitto: sono trattative che procedono a rilento, ma che finora sono servite a sospendere gli scontri armati.
Per raggiungere un?intesa globale tra Governo ugandese e LRA, che metta definitivamente fine alla guerra e consenta la ricostruzione dei villaggi, il ritorno dei profughi in condizioni di sicurezza e la ripresa della vita, del lavoro nei campi e dell?attività scolastica, non ci sembra sufficiente la preziosa mediazione finora offerta dal Governo del Sud Sudan e dalla Comunità di S. Egidio. Per offrire alle parti in causa maggiori garanzie e perchè siano accolte le istanze delle popolazioni vittime della guerra, è necessaria la presenza attiva dell?ONU, dell?Unione Europea e delle nazioni amiche dell?Uganda e dei suoi abitanti.

Perciò chiediamo che:
1) L?Italia si offra subito come mediatrice di pace, nei colloqui di Juba.
2) Qualora non fosse possibile una sua diretta partecipazione alle trattative, il governo italiano le sostenga con incentivi politici ed economici.
3) L?Italia presenti nelle sedi internazionali, principalmente nell?Unione Europea, il problema del conflitto del Nord Uganda e le violazioni dei diritti delle popolazioni Acholi, Lango e Teso. Quindi come prossimo membro del Consiglio di sicurezza dell?Onu, cerchi di far inserire al più presto nel suo ordine del giorno la drammatica situazione ugandese.
4) L?Italia risponda ai bisogni di centinaia di migliaia di persone, che soffrono nei campi profughi e che presto avranno bisogno di tutto per riprendere la vita nei propri villaggi.

Certi che vorrà considerare la nostra richiesta, Le porgiamo cordiali saluti.

Beati i costruttori di pace, Caritas Italiana, Centro Studi Donati (Bologna), Cipax (Centro interconfessionale per la pace), Cipsi (Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale), CISV, Comunità internazionale di Capodarco, Coordinamento La Gabbanella, Economia Alternativa, Good Samaritan, Insieme si può…, MIR, Movimento Nonviolento, Pax Christi Italia, Rete Radiè Resch, Associazione Amici di Angal, Associazione Bhalobasa, Associazione Fonte di Speranza, Associazione per i popoli minacciati, Commissione Giustizia e Pace della CIMI (Conferenza degli Istituti Missionari in Italia), gli Istituti Missionari Comboniani, Saveriani, Camilliani, Padri Bianchi, PIME, Societa’ Salesiana di San Giovanni Bosco e 30 Congregazioni religiose internazionali (Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, Suore Scolastiche di Nostra Signora, Istituto delle Religiose del Sacro Cuore di Maria, Rogazionisti del Cuore di Gesu’, Suore di Nostra Signora degli apostoli, Figlie di Carità della SS. Annunziata, Società del Sacro Cuore, Suore Missionarie della Società di Maria, Religious of Jesus and Mary, Franciscan missionary of Mary, Franciscan missionary of Mary, Misioneras de la Inmaculada Concepción de la B.V.M., Filles de Marie Immaculée d’Agen, Religiosas de María Inmaculada Misioneras Claretianas, Carmelitas misioneras, Religiosas misioneras de Santo Domingo, Congregacion del Imaculado Corazon di Maria, Carmelitas Misioneras Teresianas, Nuestra Señora de la Caridad del Buen Pastor, Compañía de Santa Teresa de Jesús, Hermanas Franciscanas de la Enseñanza, Hermanas Carmelitas de la caridad ? vedruna, Sisters of Notre Dame de Namur, Claretian missionaries, Congregation of sisters of the missions, Sisters of the Presentation of Mary).

Le riviste:

Africa-Rivista dei Padri Bianchi, Azione nonviolenta, Left Avvenimenti, Mensile Nuovo Progetto Sermig, Missione oggi, Nigrizia, Raggio, Volontari per lo sviluppo

Tra le singole persone:

Mons. Cesare Mazzolari (Vescovo di Rumbek- Sudan), Mons. Luigi Bettazzi (Vescovo Emerito di Ivrea), Padre Alex Zanotelli, Don Albino Bizzotto, Enrico Peyretti


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