Politica

Congo: al voto senza l’oppositore Tshisekedi

Lo storico oppositore congolese non parteciperà alle prossime elezioni di luglio. 273 partiti iscritti alla bagarre elettorale. Il Presidente Kabila ultrafavorito

di Joshua Massarenti

Il principale partito di opposizione congolese, l’Unione per la democrazia e il progresso sociale (Udps), sarà il grande assente delle prossime elezioni presidenziale e legislative, le prime in quarant’anni di storia della Repubblica democratica del Congo (ex Zaire).

Ieri sera, la Commissione elettorale indipendente (Cei) incaricata di organizzare le elezioni, ha reso noto che alla chiusura del periodo di deposito delle candidature, l’Udps non ha presentato nessun candidato. Finora, il leader politico si è trincerato in un silenzio stampa, forse conscio che ormai dovrà fare i conti con la delusione che questa sua decisione provocherà tra milioni di congolesi pronti a votare per lui.

Intanto, ieri sera la Cei aveva registrato 72 dossier di candidati per le presidenziali e oltre 4mila candidati per le legislative che prevedono 500 seggi parlamentari. Domani sera, il presidente della Cei abbé Appollinaire Malu Malu annuncerà ufficialmente le nuove date del calendario elettorale i cui scrutini, previsti il 18 giugno erano stati rinviati per motivi logistici.

Grande come l’Europa occidentale, la Rdc è stata devastata da cinque anni di guerra civile e regionale che ha raso al suolo le infrastutture del Paese. Il che rende estremamente complicato l’organizzazione di elezioni il cui svolgimento slitterà con ogni probabilità al mese di luglio. Con la proclamazione di un nuovo presidente della Repubblica e di un nuovo parlamento democraticamente eletti, la Rdc chiuderà definitivamente i conti con un lungo processo di transizione iniziato all’indomani dell’Accordo globale e inclusivo firmato nel dicembre 2002 dal governo congolese guidato dall’attuale presidente Jospeh Kabila, gli ex movimenti ribelli, l’opposizione non armata e la società civile.

Da parte sua, l’Udps, feroce oppositore del governo di transizione (lo definì non rappresentativo del popolo congolese) ha da sempre boicottato il processo elettorale accusando “brogli” e “manipolazioni” sia da parte della Cei che da parte dei partiti al potere.

Nel dicembre scorso, gli elettori congolesi avevano partecipato in massa al referendum costituzionale. Con il trionfo del sì, l’Udps aveva vincolato la sua partecipazione agli scrutini con la riapertura dei centri di iscrizione elettorale per i suoi sostenitori. Ma questa richiesta aveva ricevuto un no secco da parte di Malu Malu, disposto invece a consentire agli eventuali candidati del partito di farsi recensire come elettorali nel momento in cui avrebbero depositato la loro candidatura.

Nelle ultime settimane, i grandi padrini della transizione congolese, il Segretario generale dell’Onu Kofi Annan e il presidente sudafricano Thabo Mbeki erano corsi in Congo per favorire elezioni aperte e le “più inclusive possibili”. Anche il superministro degli esteri dell’Unione europea Javier Solana aveva fatto visita in Rdc per convincere i grandi leader congolesi di partecipare in massa al processo elettorale. Ma i ripetuti appelli della Comunità internazionale non sono bastati a convincere Tshisekedi. “Non partecipazione alle elezioni” ha detto un diplomatico occidentale all’Afp, ” è rifiutarsi di affrontare la realtà. Purtroppo, Tshisekedi (73enne) vuole morire come oppositore, segnando nel contempo la morte del suo partito”.

Con l’assenza del mitico oppositore, l’attuale Presidente Kabila risulta come il grande favorito della kermesse elettorale congolese. I più noti contendenti al trono presidenziale infatti non hanno un bacino elettorale sufficientemente ampio per trionfare. Basti pensare a Jean-Pierre Mbemba, leader di un partito accusato di antropofagia durante la guerra (Mlc) oppure a Azarias Ruberwa, ritenuto da moltissimi congolesi come il più brillante politico del Congo ma le cui origini rwandofone lo danno per principio perdente (il Rwanda è odiatissimo dai congolesi per laver dilapidato le risorse nell’est del Paese);

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