Volontariato
Francia: cpe, è il giorno di Chirac
Grande attesa per il discorso televisivo del Presidente della Repubblica chiamato a pronunciarsi sul contratto di primo impiego del suo Premier De Villepin
di Redazione
Jacques Chirac andra’ in tv alle 20 di questa sera, verosimilmente dopo aver apposto la firma alla legge sul Contratto di primo impiego (Cpe) che nelle ultime settimane ha creato in Francia un clima da ’68. Negli ambienti politici si fa presente che il capo dell’Eliseo non puo’ permettersi di “scaricare” il primo ministro Dominique de Villepin, “padre” del vituperato provvedimento. “Non c’e’ ragione di mettere in discussione una legge che e’ stata votata dal parlamento”, ha affermato un collaboratore di Chirac.
A loro volta, i collaboratori di Villepin hanno smentito che il premier abbia messo in conto le sue eventuali dimissioni. Se, come tutto lascia pensare, dopo che il Consiglio costituzionale ha sancito la legittimita’ della legge Chirac in giornata firmera’ la legge sul Cpe, la Francia deve prepararsi a nuove proteste da parte di studenti e sindacati. “Il presidente conosce la posizione dei sindacati: conosce la frustrazione di molti giovani”, ha avvertito Francois Hollande, leader del Partito Socialista (all’opposizione). “Pensate che i tanti studenti e lavoratori che hanno lottato per mesi contro questo testo… – ha aggiunto – capiranno la decisione del presidente? Pensate che sara’ un fattore di appagamento, una soluzione per il paese?”.
Piu’ della meta’ degli 84 atenei nazionali continuano a essere interessati dalle proteste, con l’interruzione totale o parziale dei corsi. La situazione e’ analoga negli istituti superiori. Se Chirac promulghera’ la legge sul Cpe, per martedi’ e’ prevista un’altra giornata di lotta su scala nazionale. Secondo le indiscrezioni, nel suo intervento televisivo, il capo dell’Eliseo cerchera’ di disinnescare la crisi percorrendo la strada seguita in occasione delle proteste del “maggio del ’68”, ovvero attraverso una tavola rotonda che offra un’alternativa al Cpe, contrastato da giovani e sindacati perche’ riconosce ai datori di lavoro la facolta’ di licenziare senza giusta causa i dipendenti sotto i 26 anni nei primi due anni di prova.
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