Formazione

Una conferenza internazionale contro le cluster bombs

34 Stati, diverse Ong e organizzazioni della società civile prenderanno parte alla Conferenza di Oslo sulle munizioni cluster dal 20 al 24 febbraio nella capitale norvegese

di Redazione

Obiettivo della conferenza sarà quello di gettare le basi per un trattato internazionale che bandisca definitivamente le cosiddette cluster bombs, micidiali ordigni che colpiscono prevalentemente la popolazione civile.

Queste munizioni, lanciante da terra oppure tramite velivoli, spesso rimangono inesplose sul terreno diventando vere e proprie mine e perciò altamente rischiose per la popolazione civile. Oltre a provocare gravi incidenti, la contaminazione di questi ordigni provoca un vero e proprio blocco economico delle aree colpite, prolungando per anni, e fino alla definitiva bonifica, gli effetti dei conflitti.

Le munizioni cluster sono state recentemente utilizzate in numerosi conflitti: Afghanistan, Iraq, Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo e anche in Libano. Proprio in Libano, una recente rilevamento di UNMAS, l?agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di Mine Action, ha valutato la presenza nel sud del paese di circa 1 milione di munizioni cluster.

Alla conferenza, che è stata promossa dal governo norvegese in seguito al fallimento dei tentativi di regolamentare l?uso delle munizioni cluster nell?ambito della Convenzione sulle armi convenzionali dello scorso novembre, parteciperanno oltre alle delegazioni ufficiali di più di 30 paesi, organizzazioni internazionali come UNDP, Croce Rossa Internazionale e la Cluster Munition Coalition.

In occasione della conferenza, la società civile internazionale organizzerà delle iniziative di mobilitazione a Oslo, tra cui un Forum sulle Munizioni Cluster che si terrà il 21 febbraio con la partecipazione dell?eurodeputata italiana Luisa Morgantini, vice presidente del Parlamento Europeo, e della Premio Nobel per la Pace Jody Williams.

La Campagna Italiana contro le Mine parteciperà ai lavori di Oslo ?nella speranza che davvero si possa concretizzare un percorso comune che culmini con la stesura di un trattato internazionale ampiamente riconosciuto e che possa mettere fine all?uso di questi ordigni dalle inaccettabili conseguenze umanitarie,? come ha dichiarato Giuseppe Schiavello, direttore dell?organizzazione. “Speriamo inoltre che la partecipazione dell’Italia a questa conferenza incoraggi anche una rapida approvazione della legge di messa al bando nazionale,” ha concluso Schiavello.

www.campagnamine.org


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