Formazione

Cgil: per Cooperazione serve cambiamento organizzativo

E' quanto ha dichiarato oggi a Roma il Segretario generale della Funzione pubblica Cgil, Carlo Podda, nel corso di una conferenza stampa intitolata "Cooperazione internazionale: aiuti a chi?"

di Redazione

La Cooperazione italiana è immersa in una crisi profonda a cui è possibile rimediare con un “cambiamento organizzativo” della Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs), al fine di poter tornare a giudicare “l’efficacia degli interventi in base agli obiettivi dichiarati”. E’ quanto ha dichiarato oggi a Roma il Segretario generale della Funzione pubblica Cgil, Carlo Podda, nel corso di una conferenza stampa intitolata “Cooperazione internazionale: aiuti a chi?”. Podda ha citato i sintomi della crisi della cooperazione italiana: lo spirito della legge 49/87, ha detto, “è stato snaturato”, l’operato tecnico della Direzione generale è stato indebolito, attraverso una progressiva marginalizzazione del ruolo professionale degli esperti di cooperazione allo sviluppo, mentre si è allargata la sfera di discrezionalità della dirigenza diplomatica, i fondi sono scarsi e spesso usati in modo incongruo, e infine è aumentato il ricorso all’esternalizzazione delle funzioni proprie del personale della cooperazione. Di fronte a tale stato di cose, Podda ha sottolineato la necessità e l’urgenza di un intervento capace di rimettere in moto la struttura amministrativa e organizzativa della Cooperazione italiana, senza intervenire con una nuova legge di ristrutturazione, quanto piuttosto affidandosi a “una tregua legislativa” necessaria per dare corretta applicazione alla norma già esistente. La sola modifica che il sindacato chiede – ha aggiunto Podda – riguarda la “congruità degli interventi proposti”, garantita magari attraverso un “comitato etico con funzioni meramente consultive, incaricato di esprimere un proprio parere su come vengono utilizzate le scarse risorse a disposizione”.


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