Welfare

Francia: 3milioni in piazza

Lo annuncia il segretario del sindacato della confederazione genererale del lavoro (Cgt), Bernard Thibault. E mentre il primo ministro Villepin si dimostra inflessibile, il suo partito si divide

di Redazione

”Siamo piu’ di tre milioni oggi nelle strade, e’ un fatto storico, e’ impensabile che il primo ministro resti arroccato sulle sue posizioni. Vi e’ una sola soluzione, il ritiro della riforma”, ha commentato soddisfatto il segretario generale del sindacato della confederazione genererale del lavoro (Cgt), Bernard Thibault, alla testa del corteo parigino che, secondo gli organizzatori, ha richiamato 700mila persone. In base ad una prima stima del ministero dell’Interno, 880mila persone hanno partecipato alle proteste nel resto del Paese. Alla mobilitazione del 18 marzo, la polizia aveva parlato di poco piu’ di 500mila manifestanti in tutta la Francia e il sindacato di un milione e mezzo. La manifestazione parigina e’ partita nel primo pomeriggio da Place d’Italie, diretta a place de la Republique. Alla partenza del corteo, un centinaio di ”casseur”hanno tentato di fare irruzione in un supermercato e rotto le vetrine di un caffe’. Intanto, il premier Dominique de Villepin non cede all’ultimatum di sindacati e organizzazioni studentesche, che gli chiedono di ritirare il contratto destinato ai minori di 26 anni, con la clausola che permette il licenziamento in tronco nei primi 24 mesi. Villepin inflessibile dunque ma criticato all’interno della stessa maggioranza di governo. Proprio oggi si è fatta lampante la spaccatura con il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy, che ha chiesto la sospensione del Cpe, in attesa della fine dei negoziati. Il primo ministro ha risposto oggi alla mobilitazione delle piazze in una tumultuoso question time all’Assemblea nazionale: mentre i socialisti all’opposizione scandivano “ri-ti-ro”, Villepin ha tuonato: “La Repubblica non si fa con le condizioni né gli ultimatum”. E “Republique”, in Francia, è sinonimo di “istituzione democratica”. Il premier peraltro ha rinnovato la proposta di trattare sui due punti più controversi: la durata del periodo di prova (che potrebbe scendere a un anno) e le modalità del licenziamento. In verità i dettagli non sono chiari: fonti dell’entourage di Villepin precisano che non si tratterebbe di fornire una “giusta causa” al licenziamento, il che snaturerebbe il nuovo contratto. Comunque i sindacati hanno di nuovo detto no, “hanno rifiutato la mano tesa”, ha commentato Villepin. La rivalità fra Villepin e Sarkozy, appartenenti allo stesso partito e candidati entrambi in pectore all’Eliseo l’anno prossimo, è cosa ben nota. E secondo i politologi Sarkozy non può sperare nella caduta del premier, tanto più che non lo sostituirebbe mai per il prossimo, difficile anno preelettorale. Ma attaccarlo e screditarlo, sottilmente, può. Parlando stamattina alla riunione settimanale dei deputati del suo partito, il ministro dell’Interno ha chiesto appunto la sospensione del Cpe, pur senza usare la parola: “Mi sembra utile che prima di qualunque applicazione, si aspetti il tempo che il negoziato faccia il suo corso”. Poco prima, Villepin aveva ribadito la decisione di non cedere e lasciato la riunione per andare a ricevere a palazzo Matignon il re di Spagna Juan Carlos e la regina Sofia al secondo giorno in Francia. Adesso è il partito stesso a spaccarsi, quell’Ump (Unione per un movimento popolare) di cui Sarkozy è presidente ma che fu fondato dal capo dello Stato, Jacques Chirac. Dietro i leader, due campi. Secondo il capogruppo in parlamento dell’Ump, Bernard Accoyer, i deputati hanno espresso “l’auspicio comune ed unanime” di un’apertura delle discussioni fra governo e forze sociali sul Contratto. Non solo, anche i deputati vorrebbero la “sospensione del Cpe” fra la sentenza della Corte Costituzionale (che deve decidere su un ricorso presentato da parlamentari socialisti) e la promulgazione della legge. Richieste impossibili sottolinea peraltro un deputato di sinistra, Roger-Gérard Schwartzenberg, dato che la legge per ora, non essendo stata promulgata, “costituzionalmente non esiste”. Ma ci sarebbe anche un centinaio di parlamentari ‘villepinisti’ del medesimo partito, che in una conferenza stampa hanno annunciato l’intenzione di raggrupparsi per condurre delle azioni di mobilitazione a favore del Cpe. Il signor Accoyer non si è fatto attendere a stigmatizzare questa “iniziativa individuale” che, ha detto, “può essere interpretata come un inizio di spaccatura” fra i membri dell’Ump. Intanto il partito conservatore centrista Udf (che appoggia l’esecutivo dall’estero), ha chiesto “un chiarimento in seno al governo” anzi in particolare fra primo ministro e ministro degli Esteri: “Questa coabitazione porta a una totale illeggibilità”.


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