Volontariato

Caro Luca, grazie e tieni duro

Dopo Catania, forse nel mondo del calcio in Italia non cambierà nulla. Ma una cosa nuova è già presente: Luca Pancalli, l'uomo nuovo, commissario della Federazione gioco calcio

di Franco Bomprezzi

Ci voleva Pancalli, con il suo volto pulito, e lo sguardo sereno dietro gli occhiali. Nessuno parla più della sua sedia a rotelle. Ormai è solo Luca Pancalli, il commissario della Federcalcio. Per ora. Sono orgoglioso di Luca. Ci voleva una persona così, fuori dal coro, fuori dai giochi. Con nulla da perdere. Ci voleva una persona pulita. Forse non basterà neppure questo. Forse l?indignazione per le morti stupide cederà il passo ai diritti televisivi e alle camorre fra società e ultras. Forse l?Italia è davvero un Paese nel quale è impossibile cambiare le cose. Forse Matarrese nella sua cialtroneria da vecchio marpione della politica pallonara dice quello che gli altri pensano. Ma francamente lasciamo che per il momento prevalga un?idea giusta, una direzione rigorosa e corretta. Diamo al calcio quello che è del calcio, e niente più. In nessun Paese al mondo, neppure nell?Uganda di Amin Dada (in attesa del film che ce lo faccia rivedere), ci si comporterebbe come in Italia. Io da bambino, con le mie ossa fragili, andavo allo stadio a Firenze, accompagnato da mio padre, e facevo il tifo per i viola, e ogni domenica era una festa, e guardavo le curve, piene di tifosi allegri, cercando di cogliere le battute in vernacolo riferite all?arbitro (ne ricorda una mio padre, magnifica: «Arbitro, c?è gente a casa tua a quest?ora…»). Possibile che sia tutto perduto? Il calcio fa parte del nostro dna, e su questo hanno speculato vigliaccamente in troppi, fino a rompere il giocattolo in mille pezzi. Senza un calcio pulito questo Paese perde una parte di anima popolare. Non ci si può appassionare al badminton. Perciò spero che il governo faccia il governo, che le società di calcio si ricordino del passato, che i tifosi vadano a gremire gli stadi con i loro figli per mano. La speranza da qualche parte deve ricominciare.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA