Welfare

Siamo ancora lenti, ma miglioreremo

Nicola Di silvestre: «Scontiamo la mancanza di professionalità manageriali. E soffriamo di un gap di visibilità: molte cooperative non conoscono la norma».

di Stefano Arduini

Doveva essere il motore per portare il lavoro in carcere e invece a quasi sei anni dalla sua approvazione la legge Smuraglia (n.193/2000) viaggia a regime ridotto. Il trend è in crescita, ma nel 2004, anno a cui si riferiscono gli ultimi dati disponibili, grazie a questa normativa erano stati impiegati appena 737 detenuti (erano 644 nel 2003 e 436 nel 2002) su un totale di 60mila. Personale impiegato da 70 cooperative sociali e da 40 aziende for profit. Che cosa non ha funzionato? Perché fino ad ora non si sono mai impegnati più di 2/3 dei 4,5 milioni di euro in dotazione ogni anno? Interrogativi che SocialJob gira a Nicola Di Silvestre, direttore dell?area pedagogica e responsabile sezione lavoro penitenziario del Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria. SocialJob: Dal punto di vista istituzionale quanto è importante la legge Smuraglia? Nicola Di Silvestre: Perché il lavoro di un detenuto sia davvero utile al suo reinserimento sociale, come prevede la legge, è necessario che svolga un lavoro ?qualificato?. In questa categoria oggi possiamo considerare circa 2mila persone, comprendendo sia la legge Smuraglia – poco meno di 800 impieghi – sia quelli commissionati direttamente dall?amministrazione. SocialJob: Perché questa norma non ha ancora ?sfondato?, malgrado le agevolazioni fiscali? Di Silvestre: Le imprese che lavorano nel o con il carcere, oltre alla leva fiscale, oneri contributivi abbattuti dell?80% e credito di imposta di 516 euro a persona, possono contare sul comodato gratuito dei locali e delle eventuali attrezzature. Ci sono però degli svantaggi oggettivi. Innanzitutto la nostra struttura che non si avvale di logiche e professionalità manageriali: è complicato garantire la tempistica delle consegne e questo è un handicap pesante. Non nascondo poi che in certi casi alcuni di noi dovrebbero migliorare il loro approccio alla fase trattamentale. Poi scontiamo un gap di visibilità. In molti anche nell?ambiente cooperativo non conoscono la Smuraglia. Nonostante questi ostacoli, però, in un paio d?anni arriveremo alla copertura totale dei fondi e sarà necessario incrementare l?investimento. L?obiettivo è di arrivare a 4mila impieghi qualificati entro il 2008.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA